di Andrea Fantucchio
Quattro condanne, cinque rinvii a giudizio e due non “luogo a procedere”. La decisione del gup, Vincenzo Landolfi, per gli undici imputati nell'inchiesta Ariete. I carabinieri di Baiano, coordinati dal procuratore Fabio Massimo Del Mauro, hanno indagato su una serie di rapine e due atti incendiari nei confronti di amministratori pubblici e dirigenti del Comune di Avella.
Come nasce l'udienza di oggi
La vicenda giudiziaria è scaturita da alcuni episodi registrati fra il 2012 e il 2013. Al centro dell'inchiesta una tentata rapina a una gioielleria di Sperone nel 2012. Durante il colpo era stato accidentalmente ferito un uomo. Gli investigatori avevano indagato anche su una rapina a Villa Literno oltre che sugli attentati incendiari ai danni degli amministratori.
La decisione del giudice per gli abbreviati
Il gup, Vincenzo Landolfi, ha condannato a sette anni Paolo Nappi per rapina aggravata alla gioielleria di Sperone, porto di armi in luogo pubblico e ricettazione, in luogo di otto anni e sei chiesti dal pubblico ministero, Cecilia De Angelis.
Quella di Nappi era la posizione più delicata. Era ritenuto una figura centrale dell'associazione. A suo carico c'erano infatti decine e decine di intercettazioni e di elementi di prova. Molti dei quali sono stati però smentiti in aula dalla difesa affidata al penalista Antonio Falconieri. L'imputato è stato assolto per la rapina all'ufficio postale e per l'incendio all'auto di un assessore all'urbanistica di Avella. E' stata poi ottenuta la rimodulazione del reato da tentato omicidio in lesioni aggravate.
Per Luisa Paone, la pena stabilita dal gup è di 3 anni e quattro mesi legati alla rapina di Sperone.
Sei anni di reclusione per Antimo Verde condannato per rapina aggravata. L'imputato, assistito dal penalista Mario Angelino, è stato assolto dalle contestazioni relative alla vettura rubata ad Arzano, la detenzione di armi ed il tentato omicidio.
Mentre sono stati stabiliti un anno e sei mesi, con pena sospesa, per Stefano Romano accusato per la detenzione e porto in luogo pubblico di armi. La difesa, affidata all'avvocato Maria Luce Amelio, ha poi dimostrato l'insussistenza dell'accusa legata al reato di incendio ai danni dell'assessore comunale e quindi ha assolto l'imputato.
Non "luogo a procedere" e rinvii a giudizio
Non luogo a procedere per Antonio Rocco e Giancarlo Maietta. La difesa, rappresentata dai penalisti Antonio Falconieri e Maria Luce Amelio, ha dimostrato l'insussistenza degli elementi d'accusa a carico degli imputati. Per i carabinieri di Baiano erano ritenuto autori dell'incendio ai danni di un amministratore comunale di Avella. Gli altri cinque imputati sono stati tutti rinviati a giudizio. Dovranno comparire di fronte al tribunale, in composizione collegiale, il prossimo 29 maggio. In quella sede la difesa, affidata fra gli altri agli avvocati Annibale Schettino e Michele Napolitano, avrà l'occasione di dimostrare l'insussistenza delle accuse. E, corroborata dalla testimonianza dei testi in lista, provare l'insussistenza dei reati contestati.