Camerota

Non luogo a procedere per otto dei dieci imputati: questo il provvedimento per la morte di Antonio Della Ragione, il ragazzo morto alla discoteca Il Ciclope di Marina di Camerota in seguito alla caduta di un masso. Il gup del tribunale di Vallo della Lucania Sergio Marotta ha poi condannato a un anno e sei mesi, con rito abbreviato, il buttafuori Antonio Campanile. L’uomo era accusato di favoreggiamento per aver fatto sparire il masso killer.

Niente processo per gli ex sindaci cilentani Domenico Bortone, Antonio Troccoli e Antonio Romano. Stessa sorte anche per i tre comandante dei vigili urbani di Camerota Antonio Ciociano, Donato Salvato e Giovanniantonio Cammarano, oltre che per i due tecnici Antonio Gravina e Gennaro D’Addio. Tutti erano imputati per omicidio colposo. Chi invece dovrà difendersi in tribunale è il titolare della discoteca salernitana, Lello Sacco, che è stato rinviato a giudizio.

In aula, al momento della decisione del giudice, c’era anche Antonio Della Ragione, papà della vittima. Una decisione che ha lasciato l’amaro in bocca ai familiari del giovane, che hanno sempre parlato di “una morte annunciata”. Soddisfatti invece i legali delle altre persone per le quali è stato deciso il non luogo a procedere, che hanno visto confermate le proprie tesi difensive. Si è tenuto conto della impossibilità di prevedere un rischio eccezionale, quale è stato ritenuto il distacco di un masso dal costone roccioso che ha provocato la morte del giovane.

Dall'agosto del 2015 la discoteca ha chiuso i battenti, con il comune di Camerota che ha revocato l'autorizzazione. Ma per Antonio Della Ragione, così come per tutti i protagonisti di questa drammatica vicenda, la morte di Crescenzo resta una ferita impossibile da rimarginare. Una tragedia enorme, costata la vita ad un ragazzo che quella maledetta sera voleva solo divertirsi insieme ai suoi amici.

Giovanbattista Lanzilli