Cervinara

 

di Andrea Fantucchio 

Maria Virginia Cantone resta in carcere. Il gip di Foggia ha confermato la misura cautelare. Dopo l'udienza di ieri nella quale l'indagata ha deciso di rimanere in silenzio. Nei suoi confronti è ipotizzato il reato di truffa aggravata e continuata.

La difesa, affidata agli avvocati Dimitri Monetti e Nico Colangelo, ha commentato la decisione del gip.

«Del resto, la circostanza che già stesse per essere richiesta dalla Procura, e certamente emessa di lì a poco proprio dal gip di Foggia, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere poco prima che si verificasse l'ultimo episodio del 14 marzo 2018 - ed indipendentemente da quest'ultima condotta che portava poi all'arresto in flagranza della Cantone - rendeva assolutamente improbabile una decisione diversa in questa fase», spiegano gli avvocati.

Gli avvocati confidano comunque nell'impugnazione della misura al Riesame.

Infatti ritengono l'ordinanza, «per larghi tratti tecnicamente erronea - anche in ordine alla questione di incompetenza territoriale - e sono fiduciosi per il ricorso, pur restando la posizione della Cantone notevolmente problematica sul piano cautelare, a causa della pluralità delle condotte e dei reati contestati e dei precedenti specifici a carico dell'indagata».

Una vicenda che ha fatto inevitabilmente discutere. Soprattutto per le modalità della truffa contestata. L'avvocatessa – secondo gli inquirenti – si è più volte spacciata per la sorella del vertice dell'ente nazionale anti-corruzione, il magistrato Raffaele Cantone. Il quale, dopo aver appreso la notizia, ha provveduto personalmente a denunciare la donna. Una querela che si è aggiunta a quelle delle sue vittime. Hanno raccontato di essere state più volte raggirate dall'indagata, versandole migliaia di euro per ottenere i suoi servizi. Poi – secondo l'accusa – mai forniti.