di Pierluigi Melillo
C'è il Papa sabato a Pietrelcina, il Pd rinvia la direzione regionale sull'analisi del voto. La conferma arriva da una nota ufficiale del partito che fa riferimento proprio agli “impegni istituzionali legati alla visita di Papa Francesco a Pietrelcina”, impegni che riguardano soprattutto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che sarebbe stato poi costretto a disertare la resa dei conti sulla disfatta elettorale del 4 marzo.
De Luca dal Papa. Eppure la visita del Papa nei luoghi di San Pio è racchiusa in un'ora tra le 8 e le 9 del mattino, perché poi il Pontefice si trasferisce a San Giovanni Rotondo. Diciamo la verità: in fondo, ci sarebbe stato tutto il tempo per discutere domani nell'organismo dirigente regionale del Pd. Ma De Luca sarà impegnato in Vaticano. E di questi tempi meglio non mischiare sacro e profano. E l'evento con il Papa diventa un alibi di ferro per rinviare il confronto interno a martedì 20 marzo, alle ore 17, presso l'Hotel Oriente a Napoli.
L'attacco di Orfini. Il giorno della verità comunque arriva. Anche se il clima resta ad alta tensione. E si è capito anche dal blitz nel Salernitano del presidente nazionale del partito, Matteo Orfini. "E' franato il modello campano", ha sentenziato parlando a Scafati a un'assemblea di iscritti. Per molti si è trattato di un attacco diretto al governatore De Luca. “E' franato, anche per fortuna, un modello che vedeva nel Mezzogiorno un’organizzazione basata solo su tessere e preferenze”, ha detto Orfini, spiegando la sua tesi.
Il processo a De Luca. Anche in direzione nazionale la discussione s'era trasformata in un processo all'ex sindaco di Salerno, finito nel mirino anche dell'ex sottosegretario Gennaro Migliore: “Il governatore sulla disfatta – argomenta Migliore – ora non può tirarsi fuori: i fondi investiti in Campania non hanno spostato voti”. Insomma, la resa dei conti è già iniziata. E non potrà esserci sempre il Papa a salvare il Pd campano.