di Andrea Fantucchio
Galeotto quel taglierino che si era rivelato decisivo per l'istruzione del processo e poi per l'assoluzione dell'imputato. A essere assolto dal giudice di Avellino, Francesca Spella, M.D.R., accusato di lesioni aggravate dall’utilizzo dell'arma. L' imputato era dipendente di una nota azienda di stoccaggio merci di Manocalzati all'epoca dei fatti contestati. Il processo è scaturito da un'aggressione avvenuta sul posto di lavoro l'11 gennaio del 2016.
La persona offesa è un collega dell'imputato. Ha raccontato di aver eseguito un compito assegnatogli da un altro dipendente. L'uomo gli aveva detto di comunicare a M.D.R. di non lavorare alla postazione che stava occupando. Quest'ultimo avrebbe risposto provocatoriamente. Ne era nato un litigio dalla quale è poi scaturita l'aggressione. La vittima ha raccontato di essere stato colpito dall'imputato con due pugni e una testata. E di averlo poi visto armato di taglierino.
C’era poi stata una remissione di querela ma il procedimento aveva seguito comunque il suo corso per la contestazione dell’aggravante dell’utilizzo di un taglierino.
La difesa, rappresentata dal penalista Gerardo Santamaria, ha dimostrato che nessuno dei presenti al momento dell'aggressione aveva visto l'arma. Il legale ha anche fatto acquisire la sentenza relativa alla causa di lavoro, instaurata per il licenziamento dell'imputato. Anche lì il taglierino non veniva menzionato. Inoltre non c'era stato alcun sequestro dell'arma.