di Pierluigi Melillo

“Ora basta, servono altri toni”. Il Pd campano prova a frenare il ciclone Vincenzo De Luca che si è abbattuto sul dopo voto. Sei punti in meno in percentuale in quella che era la Campania felix di Matteo Renzi fino a qualche tempo fa. E allora l'analisi del governatore diventa spietata e feroce sul Pd “partito del nulla” e delle “anime morte”, che a suo dire “ha commesso errori gravi, ed ha pagato”.

Catastrofe nazionale. De Luca cerca di capire la catastrofe del partito, ma evita i riferimenti locali. Preferisce guardare al dato elettorale a livello nazionale: “In molte parti del Paese il Pd è diventato un'aggregazione di notabili”, accusa ancora. E spiega: “Se si passa dal 41 per cento delle Europee alla metà di quei voti, è perché non si sono sapute concretizzare le speranze dei cittadini” e inoltre “vuol dire che c’è un problema di radicamento sul territorio”.

Il piano per il lavoro. Gli resta il rammarico di non aver insistito fino in fondo sull’assunzione dei 200 mila giovani nel Sud per rinnovare la Pubblica amministrazione. “La risposta che ho ricevuto dal Governo è che non dobbiamo fare demagogia. Ma torneremo a insistere: la Regione lavora ad un piano per il lavoro in Campania”.

Il programma elettorale. De Luca boccia la strategia elettorale portata avanti dal Pd. “Troppi cento punti nel programma elettorale”, mentre Cinque Stelle e Salvini “che hanno avuto una affermazione straordinaria hanno egemonizzato rispettivamente due temi: quello della sicurezza e del reddito di cittadinanza. Ne avevo parlato con qualche dirigente del Pd: ma se voi fate un programma elettorale di cento punti, avevo detto, è evidente che non comunicate niente. Ed aver portato l’Italia fuori dalla crisi non è sufficiente”.

Rinviata la resa dei conti nel partito. La direzione provinciale del Pd di Napoli che era convocata per domani è stata annullata. Lo comunica il segretario metropolitano di Napoli del partito Massimo Costa. "La Direzione provinciale aperta - scrive in una nota - convocata per venerdì 9 marzo, rappresentava l'esigenza di porre con immediatezza l'analisi del voto al centro della discussione a seguito del pessimo risultato elettorale. La scelta di invitare alla Direzione anche i candidati, i segretari di circolo e gli amministratori locali nasceva dalla volontà di rendere la partecipazione più ampia possibile per una riflessione che proseguisse in altri incontri con gli eletti, i militanti, i simpatizzanti e coinvolgendo anche il mondo dell'associazionismo, della cultura e del lavoro".