Pago del Vallo di Lauro

 

di Andrea Fantucchio 

«Ero la guardia del corpo di Biagio Cava dal lunedì al venerdì. Il fine settimana stava con la moglie». Così ha raccontato in aula il collaboratore Aniello Acunzo, ex affiliato del clan Cava, collegato in video-conferenza da un un posto secretato in regime di protezione. In corte d'Assise, di fronte al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone (a latere i magistrati Viviana Centola e Francesca Spella), si sta celebrando il processo agli esponenti del clan Cava di Quindici per il danneggiamento e  il furto di beni dalla cosiddetta Villa Bunker, fatta costruire a Pago Vallo di Lauro dal boss Biagio Cava. Deceduto per un tumore al cervello.

Per la Direzione Distrettuale Antimafia, dopo la confisca della villa, i parenti del boss deceduto si sarebbero impossessati dei beni all'interno dell'edificio. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Raffaele Bizzarro e Rolando Iorio.

Il testimone, incalzato dalle domande del pm, Francesco Soviero, ha ricostruito le tappe fondamentali della sua affiliazione al clan Cava, iniziata nell'anno 2002. Quando si era recato a Lauro per portare le sue condoglianze dopo la "Strage delle Donne". Attentato nel quale sono state barbaramente assassinate la vita la figlia e la sorella di Biagio Cava allora detenuto in carcere.

Il pentito ha poi risposto alle domande sulla costruzione della villa bunker, iniziata nella primavera del 2004. Ha raccontato del vano segreto, non lontano dal garage e lavanderia. Non sono mancate le “scintille” con l'avvocato Raffaele Bizzarro, storico difensore della famiglia Cava.

Il penalista ha incalzato il Acunzo su un altro episodio che lo vedeva protagonista. Le dichiarazioni del pentito avevano infatti riaperto il processo per il tentato omicidio di Felice Graziano. Il testimone aveva indicato Biagio Cava come mandante, aggiungendo di aver preso personalmente parte al tentativo di omicidio affiancato da Durante Siniscalchi. Il tribunale aveva poi giudicato inattendibili le dichiarazioni del testimone, assolvendo Cava, Siniscalchi e persino Acunzo che aveva reso le dichiarazioni.

«Ecco l'attendibilità del teste», ha affermato Bizzarro che ha poi chiesto delucidazioni ad Acunzo sul danneggiamento della villa. Quest'ultimo ha aggiunto di non sapere nulla sull'argomento.

Si torna in aula il 20 giugno quando saranno ascoltati gli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno eseguito le indagini.