Benevento

Arriva pure la rivendicazione della "genialata anarchica" di ieri : una scritta a imbrattare un muro che ci definisce terroristi e slogan che avvertono del nostro essere servi del padrone. Motivo? Con le nostre parole creeremmo un clima da anni di piombo...detto da chi urla "uccidere un fascista non è reato" e rivendica (per fortuna solo la propria idiozia) in stile Br. Bene, sarebbe persino inutile commentare vista la parte in causa. Gente che si definisce antifascista per motivi oscuri...

O il solo gridare col megafono "celerino figlio di puttana", "giornalista terrorista" e "la resistenza ce lo ha insegnato uccidere un fascista non è reato" rende antifascisti? E tutto il resto? Dove sono questi grandi partigiani quando si affrontano vertenze sul territorio serie, che non sono tre ragazzini ansiosi di mostrare le doctor Martens nuove a Roberto Fiore?
Dove sono quando si parla di un lavoro che non c'è, di licenziamenti, di aziende che chiudono e che vanno via?
C'è un lavoratore di Benevento che conosce le facce dei moderni partigiani?
Dove sono quando si parla di emergenza abitativa, di servizi sociali, di diritto allo studio, di famiglie che non sanno più di cosa vivere o come far studiare i figli? C'è chi a queste cose ci pensa in città, come il L@p, in un Rione in cui più che gridare scemenze c'è da rimboccarsi le maniche.
Loro invece, gli eroici antifascisti della domenica o delle due volte l'anno? Semplice, non ci sono, sono nulli, totalmente avulsi dalla società che dicono di combattere e di cui per contro spesso sono parte integrante nei mesi che trascorrono tra una manifestazione e l'altra. Pasolini ne scriveva 40 anni fa, ma nulla sembra essere cambiato e se è cambiato a ben vedere è cambiato in peggio. L'antifascismo, quello vero è una cosa seria...
E se è vero che il fascismo è reato, bisogna constatare che l'imbecillità non lo è, purtroppo.

Cristiano Vella