Blindati ovunque e città bloccata in occasione dell'arrivo di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, al Piccolo Teatro Libertà di Benevento. Imponente lo spiegamento di forze, tra polizia, reparto celere e polizia municipale: larghissima la zona cuscinetto creata per evitare scontri tuttavia improbabili. I blindati hanno chiuso la circolazione immediatamente dopo il ponte sul fiume Sabato e fino al teatro per separare i circa cinquanta aficionados di Forza Nuova e i circa cinquanta antagonisti che hanno sfilato in un corteo autodefinito antifascista.
Mai alta la tensione in città : il corteo ha sfilato intonando slogan sostanzialmente contro tutti, dai fascisti, rivangando il classico “Uccidere un fascista non è reato” (salvo accusare la stampa di creare un clima da anni di piombo), alla stampa amica della polizia, alla polizia amica dei padroni, ai padroni amici di qualcun altro ancora, alla giunta Mastella (ricordando gli amici ma dimenticando poi eventuali rapporti di parentela con chi ne fa parte). In ogni caso nessun problema: il corteo svolta davanti al blocco della polizia, torna indietro sempre intonando slogan, e va via.
Dall'altro lato alcuni ragazzini, qualche vecchietto nostalgico...e poi null'altro se non dei bambini in divisa del Benevento che giocano allegramente a pallone nella “zona rossa” fregandosene di cori, fascisti e ignorando totalmente di aver violato la zona rossa col loro pallone altrettanto rosso e i loro pantaloncini corti in barba al gelo polare. Immagine più bella della giornata per distacco.
Il corteo passa, Fiore arriva e parla di Dio, Patria, Famiglia, di rimpatrio di clandestini e birre autoprodotte. I cinquanta dentro applaudono, i poliziotti fuori parlano del Benevento, i bambini tornano a casa col loro pallone... non si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè, perché già chiuso.
Crisvel