Avellino

di Pierluigi Melillo

Se c'è stata una prima Repubblica della formazione scolastica lui era l'ultimo preside simbolo di un'epoca che ormai fa parte della storia di questa città. Aurelio Benevento si è spento nella sua casa di Avellino, in via Matteotti. Aveva 91 anni. Era stato il preside del liceo classico “Colletta” quando anch'io mi perdevo tra le versioni di greco e le frasi di latino fino a tarda sera, cercando di capire come tanti ragazzi della mia età del perché di tanto sacrificio sui libri. Ecco, il preside Benevento era ormaio l'ultimo faro in un mondo della cultura che va scomparendo. Personaggio dalla scorza che sembrava scostante e che invece racchiudeva un animo nobile e sensibile, votato alla poesia e agli studi classici: era davvero unico. Era preside già nel 1972 quando dirigeva il Liceo Scientifico Mancini, poi  nel 1975 approdò al Liceo Classico Pietro Colletta.

Quando lo incrociavi per strada non capivi se rispondeva al tuo saluto oppure se continuava l'abituale passeggiata immerso nei suoi pensieri e forse solo per timidezza andava avanti per la sua strada. Non l'ho mai capito. Da qualche tempo non lo si vedeva più passeggiare tra Corso Europa e via Roma. Evitava le strade affollate, gli piaceva meditare in solitudine. Ha dedicato la sua vita allo studio e all'insegnamento, attraverso le scuole che ha diretto sono passate tante generazioni di avellinesi che poi si sono affermati nella vita. Qualche anno fa disse: “Ho visto tanti ragazzi crescere e formarsi nelle aule di queste scuole ed ancora oggi li riconosco per strada. Molti sono professionisti affermati le cui carriere hanno onorato gli anni di studio”. Tra i suoi allievi anche l'ex Procuratore della Repubblica di Avellino Angelo di Popolo, scomparso di recente. Il ricordo del professore Enrico dell'Orfano: "Il preside Benevento per me è stata una grandissima testimonianza di cultura, equilibrio e valori umani. All’apparenza burbero ma, in realtà, aveva un rapporto bellissimo con alunni e professori. Riusciva in un liceo a stabilire un contatto, sempre diretto, con i suoi ragazzi e organizzava incontri proprio nelle classi, non per esercitare una sorta di forma di controllo ossessivo, anzi, ma per essere sempre presente in un metodo di grande formazione. La sua è una testimonianza di equilibrio e di giustizia. Senza dimenticare la sua più grande qualità: essere stato una guida etica per intere generazioni".

Domani l'ultimo saluto ad un uomo di sconfinata cultura presso la Chiesa del Rosario di Avellino alle ore 14. Gli è stata vicina la nipote, Valeria Zaccaria, mia compagna di studi al liceo, che avrà l'onore e l'onere di mantenere vivo il desiderio di cultura nelle giovani generazioni.