Ospedaletto d'Alpinolo

 

di Simonetta Ieppariello

Se ne è andato in un freddo giorno di inverno Ferdinando Spiniello, personaggio storico di Montevergine, Ospedaletto d’Alpino, dell’Irpinia, l’amato castagnaro che ogni pellegrino ha salutato approdato sul sagrato della Madonna del Monte Partenio. 

Fernando, Nando come lo chiavano tutti, con sua madre Tommasina ha difeso e portato avanti la cultura della castagna del Partenio. Le sue collane di castagne, le famose “andrite” hanno accompagnato e reso unica la salita al Santuario della Madonna di Montergine. Jute e Candelore, messe e ascensioni al Santuario per i pellegrini. Ascensioni al monte sacro che sono state, nel tempo, anche occasioni di gusto e folclore grazie a chi, come Nando, hanno reso il Santuario della Madonna di Mamma Schiavona unico al mondo. Tanti personaggi famosi hanno fatto tappa al suo banchetto da Mario Merola a Enzo Avitabile, solo per citarne alcuni. 

Il culto mariano e quello delle andrite si annodano nella storia antica e unica, che nel segno della tradizione e tipicità ha custodito la cultura autentica. Ferdinando Spiniello è stato uno dei personaggi che hanno accolto milioni di fedeli e cultori della tradizione lassù. Ad un passo dalle nuvole la sua vita, vissuta nella volenterosa operosità di chi ha fatto del suo lavoro una scelta appassionata di vita. Era stata sua madre Tommasina ad insegnarsi il mestiere antico dell’infilare le castagne, per renderle una collana preziosa di storia e cultura popolare. Nel suo banchetto invitava i fedeli ad assaporare la vita di un popolo. Nando lascia sua moglie Silvana, i figli Sina e Pasquale. Ieri i funerali nella sua Ospedaletto a lutto per la dolorosa dipartita. Il castagnaro e il suo banchetto restano ricordo caro nel cuore di tanti, come Ferdinando Borghese che commosso ricorda l’uomo e il lavoratore, l’amico premuroso e amorevole che lo ha sempre supportato, guidato, consigliato.

«Per me era come un padre. Per chi come noi ha vissuto sempre il Santuario, ha visto arrivare milioni di fedeli, vive questo lutto con commossa e intima partecipazione». Torronari e castagnari, mestieri antichi che si perdono nel tempo antico di una montagna il suo santuario e quella speciale alchimia di fede e folclore, che solo in posti come Montevergine e quel culto per la Madonna dal volto nero, continuano a sopravvivere mentre la modernità tutto consuma, cancella e divora. 

«Voglio ricordarti sereno dietro il tuo banchetto che inviti i visitatori a comprare una catena di castagne. Con quella laboriosità e passione che solo uomini come te hanno avuto. Mamma Schiavona ti ha accolto di certo. Noi, la nostra Madonna, il nostro tempo vissuto nel segno dell’autenticità e condivisione delle cose semplici. La tua umanità e semplicità resteranno le lezione che hai impartito a chi, come me, ha avuto l’onore e fortuna di conoscerti. Ciao Nando, sei tra gli angeli. Chissà magari starai preparando ancora le tue preziose e uniche andrite per loro».