di Pierluigi Melillo

E' arrivato a Napoli nelle ore in cui la bufera giudiziaria sta travolgendo De Luca junior, il figlio del governatore, ma l'ex premier Matteo Renzi non cambia il suo copione verso il voto del 4 marzo.

L'attacco ai Cinque Stelle.  E nel mirino finiscono, come sempre, i Cinque Stelle. "Il problema del M5S - ha spiegato il segretario nazionale del Pd - scontrini a parte che lo fa diventare un movimento di ex onesti, è che non hanno chiarito se stanno in Europa o no, se su vaccini stanno con scienza o stregoneria".

La stoccata a Berlusconi. La prima tappa del tour campano di Renzi è all'Unione degli industriali, dove incontra il presidente di Confindustria, Ambrogio Prezioso. L'ex premier lancia una stoccata anche a Berlusconi: “E' lo stesso di 17 anni fa, ha solo qualche capello in più. Ma oggi – ha chiarito - chi vota a destra, stavolta, non vota Berlusconi, ma Salvini. E il Pd oggi è l'unica forza politica che contrasta l'estremismo grillino e anche quello in camicia verde. Sappiamo cosa pensano gli estremisti in camicia verde del Sud ma quel che pensano in economia è quasi peggio: parlano di dazi e protezionismo davanti alle potenzialità delle nostre aziende".

Economia in ripresa. "Non siamo più fanalino di coda in Europa - ha detto l'ex premier - Siamo passati da 22 a 23 milioni di occupati, il Pil cresce in Campania, noi abbiamo sbloccato Bagnoli, investito su Ferrovie e Turismo. Bisogna accelerare su investimenti per l'occupazione al Sud".

Il caso De Luca. Renzi era intervenuto ieri sera sul caso De Luca rispondendo a una domanda del direttore del TgNorba, Magistà. “Questa storia qui con il nostro candidato non c'entra niente, Piero De Luca in questa vicenda non c'entra niente. Ora non iniziamo anche ad addossare ai fratelli le responsabilità degli altri. Piero De Luca non è indagato e non ha alcuna relazione con questa vicenda”. “Naturalmente - ha aggiunto Renzi - vale per tutti gli indagati, per quelli di tutti i partiti, per quello di Fratelli d'Italia che è indagato in quella vicenda, per il sindaco di Roma o il sindaco di Torino dei Cinque Stelle che sono sotto processo o indagati, vale per tutti la presunzione d'innocenza”. “Quindi - ha concluso - non è l'avviso di garanzia a decidere chi è colpevole, è la sentenza, ma questa storia qui con il nostro candidato non c'entra niente, non vedo davvero il legame”.