Pollica

Centinaia di persone nel primo pomeriggio di oggi si sono riunite a Pollica per la marcia organizzata per chiedere di non archiviare, senza individuare prima i colpevoli, le indagini sulla morte di Angelo Vassallo, il sindaco del piccolo comune, assassinato nel settembre del 2010. Il 30 gennaio scorso, a sette anni dall'omicidio, è scaduta infatti la proroga concessa dal presidente della commissione anti mafia Rosi Bindi. Nessun colpevole è ancora stato individuato e i familiari di Angelo Vassallo non si arrendono al fatto che il caso possa restare un mistero irrisolto.

L'iniziativa è stata organizzata dalla fondazione che porta il nome del sindaco pescatore, presieduta dal fratello Dario.

Tanti i rappresentanti del mondo politico e amministrativo presenti, tra questi: diversi sindaci del Cilento, rappresentanti da Bologna, Peschici, Aielli, Napoli e tanti altri comuni, la Provincia di Foggia, l’ex presidente della regione Bassolino, della provincia Andria, il deputato Cinque Stelle Angelo Tofalo e tanti semplici cittadini. “Conoscere la verità per credere nella giustizia”.

Questo il testo dello striscione in testa alla marcia silenziosa che ha percorso un chilometro, una marcia simbolica dal porto di Acciaroli fino al luogo dove Vassallo è stato assassinato, poco distante dalla sua casa, dove è stato piantato un albero di ulivo.

“Non sappiamo se questa giornata potrà veramente servire a portare avanti quelle che sono le indagini noi però ci abbiamo provato attraverso questa marcia, questa manifestazione di affetto da parte vostra” queste le parole commosse del figlio di Angelo Vassallo, Antonio. “ Siete tantissimi amici tutti qui davvero per ricordare quello che era papà. Una persona straordinaria che ha rappresentato questo paese, ci è stato strappato e noi non conosciamo ancora da chi, vogliamo solo sapere cosa è successo quella notte – continua Antonio Vassallo -.

Ci sono degli iter giudiziari, noi li rispettiamo perchè così è giusto che sia – continua - però non possiamo andare avanti senza sapere chi è il vero assassino. Abbiamo bisogno di giustizia abbiamo bisogno di chiarezza, viviamo in un territorio che non aveva mai negli anni vissuto casi del genere, non viviamo in un territorio di camorra. Vogliamo sapere chi sono i cattivi, chi sono i nemici e vogliamo che siano rinchiusi il prima possibile. Vi ringrazio da parte dei familiari, grazie di cuore”.

Sara Botte