Moschiano

 

di Andrea Fantucchio

Si torna a sparare nel Vallo di Lauro. Venti proiettili – probabilmente di carabina – sono stati esplosi contro l’ingresso di una ditta di calcestruzzo. E' accaduto la scorsa notte a Moschiano.

I carabinieri di Quindici, coordinati dai colleghi della compagnia di Baiano, sono a lavoro per ricostruire l’accaduto. Toccherà a loro individuare i colpevoli e il movente alla base del gesto. Si indaga in tutte le direzioni. Dal racket alla pista personale: non si esclude nessuna ipotesi a priori.

Sono state ascoltate diverse persone, a partire dal titolare dell’azienda. Testimonianze che potrebbero rivelarsi fondamentali per ricostruire l’accaduto. Indizi da ampliare grazie al lavoro che verrà condotto nei prossimi giorni.

Gli investigatori mantengono il massimo riservo alla luce della delicatezza dell’episodio ma, stando alle prime indiscrezioni, sarebbero stati rivenuti alcuni proiettili. Se così fosse, si partirà proprio da quelle munizioni per ricostruire l’episodio. Il nucleo investigativo è a lavoro per individuare eventuali tracce lasciate dagli autori del gesto.

La notizia si è velocemente diffusa in paese. E ha innescato la paura: vecchi ricordi mai del tutto spazzati via dal tempo. C’è chi ha pensato al 2015. Quando erano stati esplosi alcuni proiettili contro la villa bunker confiscata al clan camorristico dei Graziano. Edificio trasformato in un maglificio dall’associazione Libera: un simbolo della lotta alle mafie. Quell'episodio aveva riaperto in modo emblematico una ferita che sembrava essersi cicatrizzata da tempo. Da quando erano stati smantellati i principali clan della zona: i Cava e i Graziano. Eppure erano bastati quei colpi per far vacillare fragili certezze. Nel caso di Moschiano è ancora presto per esprimersi sull’accaduto. Bisognerà attendere l’esito delle indagini. Ma la tensione è inevitabilmente elevata.