di Andrea Fantucchio
Una truffa da oltre 300mila euro resa possibile dalla collaborazione di un dipendente degli uffici postali. A farne le spese una famiglia della Valle Caudina che ha denunciato tutto ai carabinieri. Sono così partite le indagini condotte dalla stazione di Cervinara. I militari - dopo settimane di lavoro - sono riusciti a scoprire il sistema adoperato dai truffatori.
Sarebbero stati clonati dei buoni fruttiferi che venivano riscossi allo sportello durante l'orario di turno del dipendente indagato. La clonazione – secondo una prima ricostruzione offerta dagli investigatori – sarebbe avvenuta utilizzando il registro nel quale vengono conservate le matrici. Così venivano contraffatti i titoli. Poi si passava all'incasso: un sistema rodato e difficile da smascherare. Ci sono riusciti i militari dopo le segnalazioni delle vittime. Un lavoro di indagine certosino che ha permesso di appurare i dettagli con i quali veniva realizzata la presunta truffa.
Al momento sarebbero due le persone finite nel registro degli indagati, ma l'inchiesta è ancora in corso. I carabinieri stanno accertando l'esistenza di possibili altri complici. Non è escluso che altri nomi possano balzare fuori già a partire dalle prossime ore.
Due anni fa una storia simile – avvenuta a Torino – aveva riempito le cronache dei media nazionali. In quel caso nel mirino di una rete di truffatori erano finiti diversi uffici postali in tutta la penisola. I criminali erano riusciti a cambiare l'intestazione dei buoni fruttiferi. In quel caso il provente della truffa era stato di diversi milioni di euro. Poi grazie all'indagine condotta dalle forze dell'ordine si era arrivati all'identificazione di tutti gli autori del reato fra i quali figuravano anche alcuni dipendenti degli uffici postali.