Atripalda

Il bilancio del Comune di Atripalda non è più in rosso. E non accadeva da otto anni: l’ultima volta che c’è stato il segno positivo davanti al saldo fra entrate ed uscite era il 2007. Da quell’anno in poi un filotto di segni negativi, eccezion fatta per il 2010, salvo scoprire che  quell’anno il bilancio risultò gonfiato (insieme a quello dell’anno prima). Insomma, la seduta di Consiglio comunale di ieri sera è stata per certi aspetti di portata storica, anche se per festeggiare si aspetta di registrare la chiusura della procedura di infrazione aperta dalla Corte dei conti nel 2012 dopo aver scoperto i due bilanci truccati.

La maggioranza guidata dal sindaco Spagnuolo si è già appuntata la medaglia sul petto, le opposizioni, però, sono sembrate perplesse. L’assessore delegato alle finanze, Landi, ha spiegato che è stato possibile evitare la vergogna del dissesto finanziario ripianando il disavanzo restante di 2,2 milioni di euro anche senza la vendita del Centro servizi di via San Lorenzo grazie, soprattutto, all’incremento delle entrate tributarie, alla revisione dei residui passivi e alla razionalizzazione della spesa. Evitando la vergogna del dissesto finanziario. Il capogruppo di Forza Italia (dove il consigliere Moschella si mostra sempre meno a suo agio), Massimiliano Del Mauro ha chiesto, allora, l’immediata riduzione delle imposte anche se teme che, purtroppo, non sarà possibile perché nella sostanza non è cambiato nulla: il pareggio di bilancio è solo un fatto contabile. E così la pensa anche il suo collega di partito, Massimiliano Strumolo: «Il bilancio è perfetto, abbiamo un avanzo di gestione. Purtroppo credo che non sia un risultato reale, ma solo politico, pubblicitario direi. Dimostrateci che non è così abbassando le tasse, magari l’addizionale Irpef». E mentre il consigliere Pacia tentava, invano, di discutere della “guerra” in atto sullo straordinario elettorale, la consigliera di “Piazza Grande” Nunzia Battista non ha esitato a parlare di fallimento politico: «Per sei anni avete fatto credere ai cittadini di essere sull’orlo del baratro, abbiamo sprecato tempo ed energie a cercare una via d’uscita, per scoprire che non era più necessari vendere il Centro servizi perché c’erano altre strade. Il quadro, in ogni caso, non è incoraggiante, il pareggio è stato ottenuto soprattutto spalmando i debiti in trent’anni. E l’anno prossimo saremo punto e daccapo».

Prima della replica finale dell’assessore Landi, è toccato al consigliere Spagnuolo di Area Popolare (ex Udc), costituitosi in aula ieri sera, spiegare perché, dai banchi dell’opposizione, sarebbe arrivato il voto favorevole: «Al netto della mancata vendita del Centro servizi, sui cui non eravamo d’accordo sulle modalità, il consuntivo è il frutto dell’impostazione data nel maggio dello scorso anno a cui anche noi abbiamo dato un contributo quando eravamo in maggioranza. Detto questo facciamo rilevare che la revisione dei residui è stata colpevolmente trascurata per molti anni, che la maggioranza avrà meno alibi per non realizzare l’ordinaria amministrazione, che l’attenzione non deve calare perché le uscite sono sempre certe mentre le entrate non lo sono quasi mai, che è necessario raffreddare la pressione tributaria perché rischia di diventare insostenibile e che a questo punto si dovrebbe dichiarare chiusa la trattativa di vendita del Centro servizi con la Xenus srl e ripartire da zero. Infine, sulla grossa partita dei rifiuti abbiamo chiesto di discutere in Consiglio gli indirizzi da dare al nuovo gestore per cercare di trovare un modo per ridurre i costi».

Nonostante, dunque, il tentativo di strappare qualche promessa sull’eventuale riduzione delle tasse, l’assessore Landi non si è voluto sbilanciare, anzi: «Purtroppo, prima di verificare le condizioni per una riduzione delle imposte, siamo chiamati a fronteggiare circa 900mila euro in meno di trasferimenti statali per il 2015. I conti del Comune erano disastrosi, non lo abbiamo detto noi, ma la Corte dei conti nel 2012 contestando una serie di irregolarità».

Prima della votazione finale, il consigliere socialista Ulderico Pacia ha avanzato una proposta: «Perché non esaltiamo dalla Tarsu chi adotta un cucciolo al canile? Il Comune risparmierebbe due euro al giorno (ma la cifra è da verificare, ndr.) che in un anno fanno più di 700 euro». L’idea ha colpito i presenti e il sindaco Spagnuolo si è impegnato a vanificare la fattibilità. Alla fine il consuntivo della svolta è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza allargata ad Area Popolare e con i voti contrari di Forza Italia, Socialisti e Piazza Grande.

Gianluca Roccasecca