Era gremita la chiesa di San Francesco di Cava de' Tirreni, tantissime persone anche in piedi per dare l'ultimo saluto questa mattina, a Nunzia Maiorano, la 41enne brutalmente uccisa a coltellate dal marito. Oggi è il giorno del dolore e del lutto cittadino nel comune metelliano, istituito ieri da sindaco e assessori. Una folla commossa in queste ore ha visitato anche la camera ardente allestita per la giovane mamma.
La comunità cavese non ha abbandonato i familiari della donna, madre di tre figli, di 5, 9 e 15 anni. Ha voluto mostrare il proprio affetto e la forte condanna per un drammatico femminicidio, consumatosi tra le mura di casa. Un delitto di una violenza inaudita che ha scioccato tutti. Commosso anche arcivescovo della diocesi di Cava de' Tirreni, Orazio Soricelli che, nel rivolgersi ai figli di Nunzia Maiorano ha detto: “Cari ragazzi Giuseppe. Marika e Michele sentite l'abbraccio e l' affetto di tutta la città di Cava, cercheremo di non lasciarvi soli e siamo sicuri che anche mamma Nunzia continuerà a proteggervi dal cielo”.
“Oggi è un momento di lutto, di ricordo e di saluto per questa donna così martoriata e così drammaticamente colpita – a dirlo è il primo cittadino di Cava de' Tirreni Vincenzo Servalli che ha preso parte alla funzione religiosa -. Cava de' Tirreni è rimasta attonita dopo questo episodio così efferato. Grande la nostra vicinanza alla famiglia. Poi da domani, nel ricordo di questa mamma bisognerà occuparsi, ma già lo stanno facendo, i parenti e i nostri assistenti sociali di questi tre ragazzi ai quali bisogna garantire la massima serenità e una prospettiva di vita tranquilla.
Cava ha risposto stamattina con il lutto cittadino e poi domani ci sarà una fiaccolata organizzata dalle associazioni del volontariato locale- continua il sindaco Servalli -. Cava ha un tessuto associativo molto forte. Un ulteriore segno di partecipazione, per denunciare queste continue vittime, le donne da parte di uomini con questi episodi che si ripetono costantemente nel nostro paese.
Il sindaco di Cava ha poi rivolto un invito a tutte le donne, vittime di violenze domestiche, a parlare e denunciare, a chiedere aiuto. “Noi non sappiamo, come istituzioni, cosa accade realmente all'interno delle famiglie – continua Servalli - lo scopriamo quando si verificano episodi di questo genere, scopriamo una realtà che apparentemente sembrerebbero il contrario.
E' quindi difficile comprendere se non c'è un segnale da parte di chi subisce queste violenze. Quando c'è un problema o una preoccupazione anche minima, rivolgetevi alle istituzioni, ho dato anche la mia disponibilità se avete bisogno del sindaco sono disponibile ad accompagnarvi in un processo di denuncia. Se riusciamo ad intervenire prima possiamo evitare che esplodano fatti come questi”.
Sara Botte