Si aprono le porte del carcere per l'ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. I giudici della corte di Cassazione hanno respinto il ricorso contro l’ordinanza bis del Tribunale del Riesame di Salerno che lo scorso anno ha accolto l’istanza della Procura antimafia, relativa alla misura cautelare in carcere nei confronti dell’ex fascia tricolore.
L'accusa per Aliberti è di violazione della legge elettorale con l’aggravante del metodo mafioso (in occasione delle elezioni amministrative 2013) e voto di scambio politico-mafioso (per le regionali 2015). Non sono state accettate le richieste presentate dai legali di Aliberti che avevano proposto per l'ex primo cittadino gli arresti domiciliari lontano dalla città di Scafati, più precisamente a Praia a Mare, in Calabria, località dove solitamente Aliberti trascorre il periodo estivo.
“Scura e lunga è la notte, forte il dolore, grande l'affetto di chi mi è vicino, grazie di cuore”, così lunedì scorso Pasquale Aliberti aveva commentato sulla sua personale pagina Facebook il periodo che sta passando da quando sono partite le indagini sul suo conto.
Tutto ha avuto origine dall'inchiesta "Sarastra", che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scafati, mirando a far chiarezza su quel presunto patto tra la classe politica e gli esponenti di clan di camorra nell'Agro nocerino, in particolare quello dei Loreto-Ridosso. Tra i sedici indagati anche il fratello dell'ex sindaco e la moglie, oltre che consigliere regionale Monica Paolino. Proprio la convivenza con la moglie, consigliere regionale, darebbe la possibilità Ad Aliberti di essere ancora influente e di poter "attuare accordi con clan camorristici in cambio di ulteriori favori politici". Ecco spiegato perchè l'applicazione degli arresti domiciliari sarebbe dunque incompatibile.
S.B.