Avellino

 

di Andrea Fantucchio 

Quella seconda munizione rinvenuta dagli inquirenti potrebbe rivelarsi essenziale per le indagini. Nella ricostruzione di quanto accaduto a Contrada la sera del nove gennaio. Quando il giovane rapper Federico Petrone è stato ferito da un colpo di pistola. Per l'accaduto sono stati indagati in otto: oltre a Gerardo Ciuci, 19enne poi finito ai domiciliari, altri sette ragazzi, tutti di Contrada, di età compresa fra i diciannove e i ventidue anni.

Oggi pomeriggio il sostituto procuratore che si occupa dell'incarico, Paola Galdo, ha conferito gli incarichi al medico legale, Elena Picciocchi, e al perito balistico, Alessandro Lima. Saranno proprio loro a dover sciogliere alcuni quesiti e permettere di ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto.

Gli specialisti dovranno occuparsi di verificare ed accertare le modalità di funzionamento dell' arma da cui è stato estratto il proiettile trovato sul luogo dell'accaduto. E chiarire se via sia stato un movimento di parti metalliche e se l'arma sia rimasta bloccata. Altri esami riguarderanno il numero di prioiettili esplosi, la direzione seguita dai colpi, la distanza fra il feritore e la vittima.

Un proiettile è rimasto conficcato nel corpo della vittima, poco distante dalla spalla di Federico. Ed è poi stato estratto in seguito a un'operazione compiuta nel reparto di chirurgia d'urgenza dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino. Un' altra munizione, come anticipato, è stata trovata sul luogo dell'accaduto. Ora toccherà a Lima provare la compatibilità di quest'ultima con la pistola sequestrata dagli inquirenti. O, viceversa, accertare che sia stata esplosa da una seconda pistola.

Al momento sono due le versioni discordanti. Per la vittima, l'aggressore l'avrebbe attirato sul luogo dell'accaduto con dei messaggi. Poi, in compagnia di altri complici, avrebbe provato a sparargli un colpo in testa. Non esploso, questo ha raccontato Petrone, perché l'arma dell'aggressore si sarebbe inceppata. Il secondo colpo è invece andato a buon fine ferendo il ragazzo. Proprio l'eventuale compatibilità della seconda munizione con l'arma potrebbe avvalorare questa tesi. Per la vittima, affiancata dal penalista Nobile Viviano, si sarebbe trattato di un tentato omicidio aggravato dalla premeditazione.

Per l'indagato sarebbero stati invece Petrone e gli amici a venire a Contrada per aggredirlo. Il colpo sarebbe quindi partito per errore nel tentativo di difendersi. Attualmente l'ipotesi di reato nei confronti del sospettato, rappresentato dai penalisti Ettore Freda e Edoardo Fiore, resta di lesioni aggravate dall'uso dell'arma. 

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