Torre Annunziata

Avrebbe attestato il falso per permettere ai proprietari degli appartamenti nel palazzo di via Rampa Nunziante di fare i lavori. Ma sotto quel palazzo, in un torrido mattino di luglio, morirono otto persone.

Svolta nelle indagini sul crollo della palazzina di via Rampa Nunziante a Torre Annunziata (Napoli), nel quale lo scorso 7 luglio si consumò la tragedia.

Le immagini dello scavo disperato, sotto un sole cocente, sotto le macerie dei soccorritori fecero il giro del mondo. Ore drammatiche tra speranza e disperazione che si conclusero con quel tragico bilancio, restituendo in tv l’immagine di una Italia fatta di argilla e lacrime.

A oltre sei mesi dalla tragedia, intanto, la Procura oplontina ha richiesto un provvedimento di divieto di dimora in Campania nei confronti dell'architetto Massimiliano Bonzani: il professionista è accusato di falsità in atto pubblico e nelle istanze urbanistiche nell'ambito degli incartamenti relativi all'immobile oggetto del tragico cedimento. Il provvedimento, emesso dal gip del tribunale di Torre Annunziata, è stato eseguito dai carabinieri della compagnia torrese e dagli agenti del locale commissariato.

''Nella condotta tenuta da Bonzani - scrive in una nota il procuratore della Repubblica, Alessandro Pennasilico - si è ravvisata una patente e sistematica illegalità. Attraverso tale condotta i proprietari - è la tesi della Procura - hanno avuto ''la possibilità di acquistare appartamenti abusivamente realizzati''.

In quel crollo morirono otto persone.

 Nulla da fare per le famiglie Guida e Cuccurullo che abitavano al terzo e al quarto piano della struttura. Ne' per la sarta di 65 anni Pina Aprea che viveva da sola. L'unico a farcela, incredibilmente, era stato il canarino giallo di uno degli inquilini dello stabile. La cesta in cui si trovava gli ha fatto da scudo protettivo.