Contrada

 

di Andrea Fantucchio 

Svolta nell'indagine sul ferimento del 19enne Federico Petrone, sparato quattro sere fa a Contrada. Il gip ha accolto la richiesta della Procura e disposto gli arresti domiciliari per l'indagato, G.C., 19 anni, del posto. Il giovane a inizio settimana sarà ascoltato in Procura. E proverà a chiarire la propria posizione raccontando la sua versione dei fatti.

Al momento, infatti, la dinamica dell'accaduto è ancora incerta. Gli uomini della squadra Mobile, coordinati dal dirigente Michele Salemme, e quelli della compagnia dei carabinieri di Baiano, coordinati dal capitano Gianluca Candura, hanno interrogato diversi testimoni. Le versioni sono contrastanti.

Federico ha raccontato di essere stato attirato a Contrada con dei messaggi spediti dall'aggressore. Fratello della ragazza con la quale il giovane era stato fidanzato. La vittima è stata accompagnata da alcune persone fra le quali il fratello. Arrivato sul posto sarebbe stato circondato dai compagni dell'aggressore che avrebbero anche dato dei calci all'auto. L'indagato avrebbe poi provato a sparargli in testa, senza riuscirci. La pistola si sarebbe inceppata. Al secondo tentativo il giovane avrebbe fatto fuoco colpendo Federico che stava cercando di ripararsi in auto.

Insomma, per la vittima assistita dal penalista Nobile Viviano, si sarebbe trattato di un tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. A detta del ragazzo, inoltre, l'aggressore avrebbe continuato a messaggiargli anche dopo il ferimento.

Versione opposta a quella resa dall'indagato alle forze dell'ordine. Secondo il suo racconto sarebbe stato Federico a venire sotto casa per aggredirlo: momenti di forte concitazione ai quali sarebbe seguita l'esplosione del proiettile. 

Toccherà ora agli inquirenti di Palazzo De Marsico ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto. A inizio settimana sarà ascoltato l'indagato. Rappresentato dai penalisti Ettore Freda e Edoardo Fiore proverà a chiarire la propria posizione smentendo le accuse a suo carico. Al momento il reato ipotizzato nei suoi confronti resta quello di lesioni aggravate dall'utilizzo dell'arma.