Montefalcone di Val Fortore

Sul nostro sito ieri è stata pubblicata una lettera aperta di Rocco Ciarmoli, Assessore del Comune di Montefalcone di Valfortore. Capita spesso, in questi anni di crisi, di ascoltare un grido di dolore da parte degli amministratori pubblici locali, soprattutto per le precarie condizioni in cui versano le casse dei Comuni. Di sicuro, siamo in presenza di una crisi economica profonda. Ma è ancora più evidente come, questo problema finanziario, influenza in modo ancora più drammatico la sfera sociale e morale delle persone.

Come ci racconta l’assessore Ciarmoli, nella missiva inviata alla nostra testata, nel Comune di Montefalcone di Valfortore, a causa dei ritardi dei trasferimenti statali, i dipendenti comunali, dal mese di gennaio sono stati pagati regolarmente con i proventi dell’eolico. Questo è avvenuto a discapito dei vari operatori impiegati nei servizi che sono fermi allo stipendio di Dicembre. Questo chiaramente è lo specchio di una situazione balorda e paradossale che oggi si vive in Italia, non solo nel comune fortorino. Come dice l’Assessore Ciarmoli “lo Stato oggi fa fatica persino a pagare i suoi dipendenti. Negli ultimi anni i trasferimenti dello stato si sono dimezzati. Il Ministero dell’economia e della finanza solo qualche settimana fa ha comunicato le cifre dei trasferimenti che avverranno nei confronti dei Comuni da parte dello Stato centrale. Anche quest’anno ci sono stati tagli imponenti; il taglio dei trasferimenti per il comune di Montefalcone di Valfortore è stato di quasi 80.000 euro. Oggi, quindi, in un piccolo centro che in media ha una quindicina di dipendenti, i trasferimenti dello stato non bastano nemmeno per pagare nè loro nè le varie utenze.”

Dice ancora Ciarmoli “l’idea della lettera è nata quando ci siamo resi conto che, per un gioco di cassa, il funzionario del settore ragioneria, nonostante non ci fosse stato accreditato da parte dello Stato il fondo di solidarietà, ha comunque garantito lo stipendio ai dipendenti comunali. Tutto questo si giustifica, secondo la responsabile del settore, perché lo stipendio dei dipendenti comunali ha, per legge, la priorità su tutto il resto. A farne le spese di questa maldestra interpretazione sono i dipendenti delle varie cooperative che lavorano presso il comune per garantire i servizi di assistenza agli anziani, ai disabili, per la mensa scolastica, per il trasporto e per la gestione della biblioteca e del museo.

Bisogna precisare che il nostro comune destina i proventi dell’eolico ai servizi sociali per la comunità così come è stato sottolineato. Mi rendo conto che una situazione del genere comporta solo una guerra tra poveri, mentre lo Stato Centrale, non solo è assente e menefreghista nei confronti delle periferie, ma addirittura si orienta verso la “soluzione finale” con la cancellazione di migliaia di piccoli comuni. Purtroppo siamo difronte ad una classe politica nazionale assolutamente lontana dalla conoscenza e dagli interessi del territorio e delle comunità.

Il mio appello, che faccio a tutti i Sindaci, è quello di prendere coscienza del fatto che in Italia non abbiamo più uno Stato e che quindi siamo abbandonati a noi stessi e al nostro destino. Lo stato non è più capace di creare una politica governativa equilibrata tra centro e periferia ma è solo un servo della BCE e della Comunità Europea”.

Giuseppe Addabbo