Caserta

Si inaugura sabato 13 gennaio alle ore 17 alla Reggia di Caserta la mostra di Marco Casentini “Drive In”, a cura di Luca Palermo. L’esposizione si svolgerà nelle retrostanze del ‘700 degli appartamenti storicidella Reggia di Caserta.

La mostra rappresenta la tappa conclusiva di un percorso espositivo portato avanti dall’artista a partire dal 2017 e che ha coinvolto musei ed istituzioni italiane ed estere: dall’agosto all’ottobre del 2017 la mostra è stata, infatti, ospitata dal MOAH, Museum of Art and History di Lancaster in California; dal novembre al dicembre del 2017 è stata la Bocconi Art Gallery di Milano a farne da palcoscenico. La tappa casertana è realizzata in collaborazione con la Galleria Nicola Pedana Arte Contemporanea edè supportata da Gobbetto – Special Resins, Polin e Sikkens.La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal 13 gennaio 2018 al 13 febbraio 2018 secondo gli orari di apertura e di chiusura della struttura ospitante.

Il curatore Luca Palermo scrive: «La ricerca di Marco Casentini affonda le sue radici in qualcosa di molto simile a quanto sostenuto da PietMondrian: semplificare le forme secondo l’ordine della geometria e dello spazio al fine di ricreare, con elementi minimi, quello stesso spazio nel quale viviamo e con il quale costantemente ci si confronta.

Quella di Casentini è una vera e propria geometria dello spazio, dunque, nella quale le forme sono solo un punto di partenza, un pretesto necessario per l’esplorazione e la riproposizione di luoghi che, in qualche modo, sono diventati parti integranti del suo “viaggio” artistico».

Palermo poi aggiunge: «Gli elementi che compongo le sue immagini, l’essenzialità, quasi minimalista, delle forme e del colore, dematerializzano lo spazio rappresentato introducendo lo spettatore in un non-luogo mentale emotivamente rilevante, la cui fisicità si lascia solo intuire.

E'  una pittura architettonicamente intesa, in grado, cioè, di trasmettere impressioni e suggestioni di un paesaggio urbano e naturale svincolato dalla sua immagine reale, ma che, in qualche modo, ad essa rimanda».

E ancora: «Casentini reiventa, dunque, lo spazio attraverso piatte campiture che sembrano restituire una visione aerea della città; il suo lavoro sembra riecheggiare il Manifesto della Aeropittura futurista del 1929: “tutte le parti della città appaiono al pittore in volo schiacciate”.Non esiste un centro focale nel lavoro di Marco Casentini; l’occhio viaggia sulla superficie alla ricerca del “suo” centro focale; lo fa guidato da colori stesi non secondo un rigido e precostituito schema mentale, ma a partire dalle emozioni e dalle sensazioni che, di volta in volta, l’artista ha cercato di trasmettere».