I legali di parte civile avevano chiesto la prosecuzione dell'attività investigativa, puntando l'attenzione su una ulteriore pista, ma il gip Flavio Cusani ha condiviso le conclusioni della difesa. E, in linea anche con la richiesta del pm Patrizia Filomena Rosa, ha archiviato l'indagine nei confronti di quattro medici del Rummo chiamati in causa per la morte di Vincenzo Iadanza, 59 anni, di Montesarchio, avvenuta il 13 agosto del 2015, dopo un intervento.
A dare il là all'inchiesta, condotta dalla Squadra mobile, era stata la denuncia presentata dai congiunti dell'uomo che, ricoverato in ospedale il 28 luglio, il 10 agosto era stato sottoposto ad un'operazione per un problema di natura vascolare evidenziato dagli accertamenti che gli erano stati praticati. A distanza di qualche ora, però, le sue condizioni avevano preoccupato i sanitari. Dalla tac era emersa un'emorragia cerebrale, da qui il trasferimento nel reparto di rianimazione, dove era rimasto fino al momento del decesso.
Quattro i medici 'avvisati' all'epoca dal sostituto procuratore Rosa, che aveva affidato al medico legale Monica Fonzo l'incarico dell'autopsia, eseguita alla presenza di alcuni consulenti di parte: i dottori Umberto De Gennaro (per i familiari, assistiti dagli avvocati Nicola Covino, Vittorio Fucci e Baldoino Di Rubbo), Angelo Rizzo e Noemi Razzano, per alcuni dei quattro indagati, difesi dagli avvocati Vincenzo Regardi, Carmen Esposito, Giuseppina Meccariello e Francesco Cappiello.
A seguire, la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, evidentemente convinta dell'assenza di ogni profilo di responsabilità a carico dei professionisti, e l'opposizione delle parti offese. Questa mattina la camera di consiglio e, poi, la decisione di scrivere la parola fine sulla vicenda: archiviazione.
Esp