Pietrastornina

di Simonetta Ieppariello

Il corpo di mamma Virginia era in cucina, quello di Marco, suo figlio, nella sua stanza, sul suo letto. Quando i Carabinieri hanno fatto irruzione erano morti entrambi, forse da giorni. Difficile stabilire con esattezza da quanto entrambi erano senza vita, in quella casa a Pietrastornina.

Il dramma in via Sott'Arco in una Epifania tragica in Irpinia. Amici e parenti non li vedevano dai primi giorni dell'anno. Ad insospettire un familiare fuori sede, quell'assenza, quel silenzio prolungato, eccessivo. Almeno da tre giorni non si avevano notizie di Virginia Petrone e Marco Spampinato, madre e figlio, addolorati, provati ulteriormente da una esistenza difficile per la morte del padre di Marco e marito di Virginia, solo pochi mesi fa. 

Per questo è scattato l'allarme nel pomeriggio di una festa segnata dal dolore in Valle Caudina. La richiesta di aiuto ai miitari ha messo in azione la macchina dell'intervento. Lo scenario del rinvenimento dei due cadaveri lascia pensare a due ipotesi precise: una stufa killer potrebbe aver rilasciato sostanze mortali, aver reso irrespirabile l'aria della casa, uccidendo entrambi, oppure un decesso naturale della donna, a cui non avrebbe retto il figlio, dall'equilibrio già così fragile, tanto da indurlo a farla finita, forse ingerendo sostanze letali oppure in quantità così massicce da addormentarlo per sempre. Semplici ipotesi, ora al vaglio degli inquirenti.

L'ingresso nella casa dei militari

Alle 17.30 i militari hanno fatto irruzione in quella casa, coadiuvati dai vigili del fuoco che hanno consentito di forzarne l'accesso. Ma una volta entrati, per entrambi, purtroppo, già non c'era più nulla fare. Il corpo di Virginia era per terra, in cucina, a piano terra. Quello di Marco al piano superiore, sul letto, nella sua stanza. Sono andati avanti per ore i sopralluoghi dei carabinieri, coordinati dal comandante Niccolò Pirronti, in quella umile abitazione diventata lo scenario di un dramma senza fine.

Due le ipotesi al vaglio degli inquirenti: suicidio o avvelenamento, dunque. Non è stato trovato sangue nella casa. Nessuna violenza, nessun segno di una possibile azione criminosa sul corpo di madre e figlio.

Le ipotesi: suicidio o avvelenamento

In quella abitazione il 42enne invalido e, secondo quanto trapelato affetto da disturbi psichici, e sua madre, pensionata, vivevano da almeno dieci anni. Qualche mese fa la morte del padre. Non è stato rilevato alcun segno di forzatura su porte e finestre.

Un particolare che racchiude e circoscrive cause e dinamica del doppio dramma nella casa, con due soli protagonisti che, al contempo, ne sono vittime. Anche l'ispezione esterna dei cadaveri non rivela alcun segno di violenza. Un altro particolare che indirizza le indagini su un doppio binario quello dell'avvelenamento, piuttosto che un tragico e volontario suicidio. Sul tavolo degli inquirenti ci sono varie ipotesi: da quella di un malfunzionamento di una stufa, che forse sembra la meno probabile, al suicidio volontario. La stessa scena del dramma avrebbe posto in piedi più di una domanda. La donna potrebbe essere morta per cause naturali e suo figlio potrebbe aver deciso di farla finita. Semplici ipotesi, congetture. L'autopsia sarà decisiva perchè accerterà anche l'eventuale assunzione di sostanze letali piuttosto che una morte naturale nel caso della anziana. Il medico legale dovrà individuare quanto accaduto almeno nelle ultime 72 ore. Un arco di tempo ipotetico, perchè da tre giorni erano spariti entrambi.

L'autopsia al Moscati

Non un delitto, non una rapina finita male. Ma serve l'esame autoptico per restituire un quadro definitivo e preciso dell'accaduto. Domattina il Pm di turno, Luigi Iglio, conferirà l'incarico. Le due salme, sotto sequestro, sono al morgue del Moscati in esame dell'autopsia. Il medico legale, Elena Piciocchi, ieri ha dunque solo esaminato esternamente i corpi. Una notizia che si è rapidamente diffusa in paese. Una comunità quella di Pietrastornina scioccata per l'accaduto. 

Virginia e Marco, madre e figlio morti insieme

Lei, Virginia, una donna molto riservata. Usciva poco. In paese tutti conoscono tutti, certo, ma lei la si vedeva poco tra vicoli e stradine del paesino. Lui, Marco Scampinato, 42 anni, invalido, ha aveva sempre vissuto con i suoi genitori. Amava girare in paese, stare con i giovani. Un ragazzo affetto da qualche disturbo ma incline alla socialità. Il sindaco Rizzo le descrive come persone tranquille. «Troppo dolore per tutti noi, commenta il primo cittadino, siamo sotto choc. Tutti sconvolti».

Il decesso del padre, pochi mesi fa, aveva profondamente turbato la serenità di quella famiglia. Marco Scampinato era seguito dai sanitari dell'Asl di Monteforte da cinque anni. Ma i suoi problemi psichici, quel disagio, non era mai diventato motivo di violenza, non era mai sfociato in azioni rischiose per se stesso o per gli altri. Un paio di anni fa il ragazzo era sparito. Un allontanamento volontario. In poche ore venne ritrovato. Tanta paura per fortuna senza conseguenze.