(effe) - “A Renzi consiglio, con l'affetto di un padre, di non can didare la Boschi ad Arezzo: sarebbe massacrata. Renzi ritrovi lucidità e non carichi di questo ulteriore affanno umano la ragazza. Lo dico senza remore pur sapendo che la politica come la Giustizia a volte inseguono soltanto barlumi di verità e apparenza: il sottosegretario avrebbe dovuto sottrarsi a sprezzanti giudizi di merito dimettendosi o avrebbe dovuto farlo il padre, creando le condizioni di un minore carico politico. So di cosa sto parlando, credetemi: sono stato deriso e frantumato perché risucchiato, mio malgrado, da un tritacarne mediatico e solo mediatico. Ne sono uscito e mi ritengo fortunato ma la Boschi molte cose se l'è cercate”.
Clemente Mastella, ospite questa mattina della trasmissione Omnibus su “La7”, ha risposto a domande sulle banche e la commissione parlamentare d'inchiesta che sta per ultimare i propri lavori dopo aver portato a termine 46 audizioni e verificato l'epilogo di sette istituiti di credito per individuare dove i meccanismi di controllo – Banca d'Italia e Consob – si sono inceppati.
Il sindaco di Benevento, ospite in diretta dal suo ufficio a palazzo Mosti (inconfondibile il pianoforte bianco alle sue spalle), è stato più volte sollecitato nel dibattito e si è espresso anche sulla stessa Commissione parlamentare d'inchiesta, una buona intenzione che ha sbagliato tempi e modi, visto che gli effetti di questa indagine non sortiranno alcun effetto in questa legislatura.
“Già sappiamo che le conclusioni cui sono giunti i componenti la Commissione saranno riassunti in ben quattro diverse relazioni, a loro volta suddivise tra maggioranza e minoranza, non potrà mai essere una cosa seria, diciamocela”, ha tagliato corto il leader del rinato Udeur.
La discussione poi si è incanalata sulla necessità di tenere rapporti con il territorio da parte dei parlamentari, che poi è il dito dietro il quale sta tentando di nascondersi la Boschi per giustificare i ripetuti ed ossessivi interventi su Banca Etruria.
“Una certa sinistra non ha mai perso occasione di deridere questa mia congiunzione con il territorio”, ha ironizzato Mastella, “ora scopro che quella stessa cultura di sinistra utilizza il rapporto con il territorio come una necessità imprescindibile, anche se si è ministri”.
In effetti, negli anni della bufera che hanno travolto e distrutto l'Udeur, spesso si definiva “feudo clientelare”, con accezione evidentemente negativa, il Sannio, e Ceppaloni in particolare, quando si tirava in ballo Mastella e la sua “particolare cura per il territorio”.
Ma i parlamentari, grazie al Porcellum, non sono semplicemente nominati?