Quindici

Arrivano le prime reazioni ufficiali alla presentazione della candidatura di Eduardo Rubinaccio alla carica di sindaco di Quindici. L’appello lanciato dal portavoce di Forza Italia alle altre forze politiche che si oppongono all’attuale primo cittadino, quello cioè finalizzato alla costruzione di una grande coalizione civica per un nuovo corso amministrativo in discontinuità con la decennale gestione municipale di Liberato Santaniello, piace al capogruppo di minoranza Paolino Bonavita, che, senza sbottonarsi, lascia intendere di apprezzare l’apertura. «Siamo disponibili a vagliare qualsiasi proposta che abbia quale unico obiettivo il benessere della comunità», afferma l’avvocato Bonavita ribadendo però «la ferma ed immutabile volontà di non ricandidarmi, tra l’altro già espressa nelle scorse settimane». «Ringraziamo Rubinaccio per l’apertura che sicuramente vaglieremo, per poi rilasciare una chiara risposta pubblica», conclude il capogruppo dell’opposizione. Parole, le sue, che preannunciano una imminente riunione del gruppo al fine di discutere ed analizzare la proposta di Rubinaccio. «Certo - afferma Bonavita - è necessario a questo punto un incontro perché dobbiamo decidere cosa fare e dobbiamo deciderlo assieme. Altro non mi sento di dichiarare in questo delicato momento». Il progetto politico di Rubinaccio prevede un’apertura anche al Partito Democratico che, almeno per ora, non fa registrare posizioni ufficiali. Ma, pur non parlando, a Quindici si mormora di un notevole attivismo da parte dei militanti democratici, che stavolta vorrebbero essere della partita. E, stando sempre alle voci e alle indiscrezioni trapelate, a muovere le fila in questa fase, più che il dirigente provinciale Roberta Santaniello, sarebbe Bruno Donnarumma, l’ex dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “U. Foscolo”. Per Donnarumma sarebbe un ritorno sulla scena politica locale. Nel lontano 1986 fu al fianco di Olga Santaniello, farmacista, democristiana, donna energica e coraggiosa che, sotto l’egida della “Bilancia”, ebbe l’ardire di sfidare e sconfiggere, elettoralmente parlando, la lista dei Graziano. Il secondo nome della compagine “Giustizia e Rinnovamento” era appunto quello di un preside comunista originario di Quindici, ma arrivato da Milano: Bruno Donnarumma. La farmacista, che allora aveva 54 anni, ottenne 848 voti e Bruno Donnarumma 838.