Avella

 

di Andrea Fantucchio 

L'intramontabile “truffa dello specchietto”. Sarebbe stata eseguita, più volte, nel mandamento baianese da due napoletani. Poi identificati e denunciati dai carabinieri della stazione di Avella, con l'accusa di truffa. Per loro è stato proposto il foglio di via. Diverse le segnalazioni registrate dai militari. Numerosi cittadini che, dopo aver pagato, avrebbero compreso di essere stati ingannati e hanno così chiamato il "112".

E' partita l'attività di indagine dei militari: appostamenti, studio delle immagini registrate dalle telecamere, controlli incrociati fra stazioni. Senza dimenticare l'ausilio dei database informatici nell'attività di identificazione dei presunti truffatori. Fermati lungo la SS7 mentre si dirigevano lontano dalla provincia. Si tratta di un 24enne e un 47enne, entrambi originari di Brusciano in provincia di Napoli. E' seguita una perquisizione personale. I carabinieri hanno rinvenuto, addosso ai sospettati, seicento euro che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, potrebbero essere frutto delle truffe messa a segno. I due uomini sono stati portati in caserma e interrogati. Entrambi sono già noti alle forze dell'ordine.

Il sistema:

La truffa dello specchietto è molto diffusa, non solo in provincia di Avellino. Tanti sono i casi registrati in tutta Italia. Di solito l'inganno viene realizzato da due persone. Il primo truffatore frantuma lo specchietto della sua vettura, spesso un'auto molto vecchia pronta a essere rottamata. E la parcheggia in una strada stretta, preferibilmente nei pressi di un incrocio dove transitano molte vetture. Intanto un complice, si apposta poco distante dall'incrocio per “scegliere la vittima giusta”: solitamente anziani o guidatori molti giovani, che i truffatori presumono essere neopatentati. Quando la vittima passa accanto all'auto dei truffatori, il “palo” fa il segnale al complice, e quest'ultimo colpisce la vettura del truffato con un oggetto. L'obiettivo è provocare un forte rumore che simuli un urto.

E' a questo punto che l'inganno entra nel vivo. Il truffatore blocca la vittima, con tono amichevole o arrabbiato, a secondo dei casi, gli chiede di fermarsi a constatare il danno. Intanto il complice chiude lo specchietto dal lato del passeggero dell'auto del truffato per aumentare la credibilità dell'incidente.

Mentre la vittima propone di fare la constatazione amichevole, il truffatore insiste per evitare la denuncia. Non raramente, per rendere più credibile la simulazione, finge anche di chiamare un carrozziere di fiducia. E parla di una richiesta altissima per riparare lo specchietto rotto. Viene poi proposto l'accordo: dai cento e ai duecento euro per i danni. Questa volta, però, ai presunti truffatori è andata male grazie all'intervento dei carabinieri.