Calitri

Giuseppe Di Guglielmo è l’assessore alle attività produttive uscente. Uno della componente dei Dem che ha staccato la spina al mandato di Tonino Rubinetti, e che come gli altri tre, non correrà per una nuova elezione nella lista dell’asse Pd-Sel. C’è chi parla della volontà di azzeramento dei protagonismi e delle rappresentanze, ma anche chi sottolinea “una buona fetta di responsabilità della gestione precedente ai componenti della giunta” come commentano i rumors di paese. Una cosa è certa: Di Guglielmo non ci sta ad essere etichettato come “il passato”, e rivendica la possibilità di conquistare la scena, per “svecchiare” le dinamiche politiche di questa provincia.

“Porto solo a conoscenza il fatto che i quattro componenti democratici uscenti, Metallo, Di Guglielmo, Pacia e Maffucci, elencati in base ai voti di preferenza, nel 2011 hanno ottenuto circa 700 voti sui 1500 di preferenza sui 12 candidati in lista. Sappiamo benissimo che sulle questioni locali il consenso è molto legato alle persone, alla famiglia di appartenenza, alla percezione che si ha di quel candidato nel contesto locale. L’appartenenza partitica viene vista sempre in modo marginale.

Vedremo quali saranno le scelte che effettuerà il gruppo dirigente locale del mio partito. Posso solo dire che a 30 anni sono stato il secondo degli eletti: sono curioso di vedere quanti giovani saranno presentati nelle varie liste in campo.

Ho sempre creduto che nel governo del territorio c’è sempre più bisogno di un numero crescente di under 35, i quali si devono porre l’ambizione di guidare le nostre comunità. Questo aspetto non è da leggere solo come una questione meramente anagrafica. Credo che un giovane amministratore abbia una percezione diversa del futuro: ovviamente questo aspetto deve essere legato fortemente ad una questione meritocratica. Credo che i tempi siano maturi perché la generazione del post terremoto si faccia carico delle questioni di questi territori.

Si parla solo di esperienza e di affidabilità. In Irpinia i processi politici vengono vissuti sempre in modo particolare, e non a caso si punta sui grandi vecchi. Vorrei capire quando ci sarà uno scatto d’orgoglio nell’immaginare una gestione diversa per queste terre. Dall’esperienza avuta con l’Anci, i giovani amministratori faticano a farsi strada in questa provincia: si è sempre o troppo giovani, o poco affidabili”.

Elisa Forte