Montella

 

di Siep

Boschi a perdita d'occhio, un paese antico e una varietà di castagna tra le più buone d'Italia, l’unica blasonata dal marchio Igp. Una castagna lucida e antica dal sapore unico, bombata da un lato, inconfondibile per quel suo aspetto così particolare. Ecco davanti ai nostri occhi una porzione di Irpinia dove, più che altrove si sente il senso della tradizione, il valore alto di una vita ancorata a quei tempi e ritmi antichi e solidi. Benvenuti a Montella, cuore dell’Irpinia Alta quella che si nasconde tra le montagne. (clicca per vedere il documentario tv di Ottochannel Tv Canale 696 del digitale terrestre)

Campania, un pezzo di sud magico, sacro, semplicemente bello e, soprattutto, pieno di sorprese. Un bosco pieno di chiaroscuri dove salire di quota e scoprire un Mediterraneo interiore diventa il paradigma di un viaggio unico.

Lassù la geografia prende il nome di monti Picentino. Tempo lento, declivi aspri e in altri punti lievi, nei colori di un autunno che nasce.

Eccola Montella (provincia di Avellino)circondata ovunque da boschi di castagni e non a caso nota in tutta Italia come la patria della cosiddetta “ghianda di Zeus”.

Qui da secoli, come se nulla fosse cambiato, si produce la castagna Palommina, fregiata dal marchio IGP.

Un uovo viaggio de “L’Altra Campania” i documentari realizzati da Ottochannel Tv canale 696 nella terra dell’osso, attraversando il paese, visitando i luoghi sacri e dell’anima, fino a risalire i boschi e fermarsi con chi vive la montagna nel calore del “Porcino” a raccoglier castagne e degustare un piatto caldo di laine e fagioli. Vino e castagna diventano il viatico del viaggio dell’anima nell’Irpinia vera, ricca di gente fiera e tradizioni antiche.

Il santuario del Santissimo Salvatore, la cascata della Lavandaia, la valle della Scorzella e l’altipiano di Verteglia dove un vasto pianoro carsico è incorniciato da faggete a perdita d’occhio.
Venite nell’altra Campania, puntate la bussola del vostro cuore nell’entroterra. Montella e i montellesi, i boschi di castagno, le maestose montagne dei Picentini, vanitose di calcare a picco e silenzi, vi aspettano.

A Montella c'è il sacco di San Francesco. A destra dell'altare della chiesa, nella Cappella del Crocifisso, sono conservati gli ultimi frammenti del sacco, che secondo la leggenda contenne il pane che San Francesco inviò per i suoi frati tramite gli angeli, per sfamarli dal rigido inverno. Risale effettivamente al 1200 la tela del sacco conservato da oltre 700 anni nel convento francescano di Folloni, a Montella  e avrebbe contenuto davvero del pane, come racconta la tradizione, secondo la quale sarebbe stato San Francesco d'Assisi che lo avrebbe inviato ai frati. Lo indica la datazione al radiocarbonio condotta sotto la guida di Kaare Lund Rasmussen, dell'università della Danimarca Meridionale.