Ercolano

Era stato operato due volte nelle ultime settimane. Le sue condizioni di salute si erano aggravate. Ora dopo dopo ora.  

Ma dopo l'ultimo intervento era entrato in coma. Totò Riina, storico Capo dei Capi della mafia, è morto alle 3.37 di venerdi 17 novembre nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma. Ieri aveva compiuto 87 anni. 

Riina stava scontando 26 condanne all'ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del '92 in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e quelli del '93, nel Continente. 

Non ha mai avuto un cenno di pentimento. Solo tre anni fa, dal carcere parlando con un co-detenuto, si vantava dell'omicidio di Falcone e continuava a minacciare di morte i magistrati. 

E Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano, Emanuela Setti Carraro e Carlo Alberto Dalla Chiesa. Ancora Ninni Cassarà, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro. Sono soltanto alcune delle vittime innocenti della mafia menzionate in un manifesto apparso ad Ercolano e rivolto a Totò Riina. Ai due lati del manifesto la foto dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

 «È morto Salvatore Riina di anni 87 - recita il manifesto - Ne danno il lieto annuncio...« e seguono i nomi di 24 vittime tra magistrati, uomini della scorte che li accompagnavano ed altre vittime innocenti. Prende le distanze il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto: «Noi non gioiamo per la morte di Riina perché non siamo come i mafiosi. Lui ha rappresentato la mafia ed è stata la causa di tanto dolore. Contro di lui lo Stato è riuscito a vincere, assicurandolo al carcere duro. Le ultime sue dichiarazioni intercettate ci ricordano che non dobbiamo mai abbassare la guardia contro la criminalità organizzata».

Sul caso Riina, ad Ercolano, è intervenuta anche l'associazione Fai Antiracket. «La notizia della morte di Totò Riina non ci lascia indifferenti. Né gioia né tristezza - dice Pasquale del Prete, presidente dell'associazione -  ma la consapevolezza che con la sua scomparsa la mafia ancora esiste, ed ancora persegue il disegno criminoso nella gestione di ogni attività illecita ed illegale. Troppi morti, e troppe sentenze di morte hanno caratterizzato la vita di questo individuo. Non dimentichiamolo. Nel ricordo di tutte le vittime innocenti, cadute per mani mafiose o della criminalità organizzata, la nostra attività di contrasto non deve mai abbassare la guardia. Questa giornata va dedicata alla loro memoria».

Siep