"Ho capito, non mi resta che uccidermi". Cosi' il boss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, ha provato a stringersi il filo del telefono al collo, minacciando un suicidio, dopo essere stato interrotto dal giudice della Corte d'Assise d'Appello di Napoli mentre stava protestato veemente contro la fiction della Rai, "Sotto Copertura" con l'attore Alessandro Preziosi, ispirata alla sua storia. Il capoclan, anche la scorsa settimana, aveva fatto sapere che la ricostruzione della sua cattura e in particolare della presunta attrazione fisica per una ragazzina, figlia dei coniugi che lo ospitavano in una villa-bunker a Casal di Principe, in provincia di Caserta, non risponde alla realta' dei fatti, chiedendo 100 mila euro di risarcimento di danni da "devolvere in beneficenza". E' quindi intervenuto collegato in videoconferenza dal carcere di Opera a Milano nel corso del processo per un duplice omicidio ma il presidente della Corte gli ha tolto la parola per interrogarlo; quindi la simulazione del suicidio. A quel punto e' intervenuta la polizia penitenziaria che lo ha bloccato e accompagnato in infermeria. L'udienza e' stata sospesa.
Il boss Zagaria simula suicidio durante processo
Ha provato a stringersi filo del telefono al collo per protesta contro fiction "Sotto copertura"
Redazione Ottopagine