di Simonetta Ieppariello
A Napoli una centrale delle banconote false capace in pochi giorni di realizzare milioni di euro, falsi. E così sono stati sequestrati 28 milioni di soldi contraffatti dalla Guardia di Finanza di Napoli. Tredici le misure cautelari scattate per 13 persone (otto arresti domiciliari, tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e due divieti di dimora), accusate a vario titolo, tra l’altro, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla produzione e alla commercializzazione di banconote contraffatte. Le indagini partono da lontano dal 2012 e hanno permesso di individuare una organizzazione criminale - ramificata sul territorio nazionale ed europeo, con basi operative in Campania e in Romania - dedita prevalentemente alla falsificazione di banconote di euro contraffatte ed alla loro messa in circolazione nel territorio italiano e dell’Unione Europea.
Insomma quanto realizzato era l’alta qualità della falsificazione,che vedeva impegnati gli esperti tipografi napoletani. La consorteria, benché avesse come “core business” la falsificazione monetaria, non disdegnava il compimento di altri reati, come ad esempio la detenzione illegale di armi, la contraffazione delle tessere personali di riconoscimento delle Forze dell’Ordine, nonché la falsificazione di passaporti e permessi di soggiorno.
Sono state scoperte 3 stamperie clandestine (di cui una in Romania), complete di macchinari e strumentazione per la produzione di banconote false, sono stati sottoposti a sequestro oltre 28 milioni di euro di banconote contraffatte (in specie, 939.775 banconote contraffatte da 10, 20 e 50 euro) e sono stati tratti in arresto in flagranza di reato 13 responsabili. Gli accertamenti effettuati sulle banconote hanno permesso di constatarne la pregevole fattura, in grado di ingannare facilmente chiunque ne fosse venuto in possesso.
Il modus operandi utilizzato dalla consorteria criminale consisteva nell’individuare immobili commerciali riconducibili a soggetti insospettabili dove realizzare nascondigli con pareti mobili dove ricavare le stamperie clandestine. Al loro interno venivano sistemati i macchinari sofisticati e veniva avviata la produzione. tutto avveniva rapidamente e così in circa 10/15 giorni si potevano stampare oltre 15 milioni di euro falsi, per poi interrompere le operazioni e, in taluni casi, trasferire del tutto le illecite attività in altri luoghi già preparati. Il sodalizio criminale si era evoluto stringendo accordi con soggetti italiani (di origine campana) residenti in Romania, titolari di regolari attività tipografiche in quello Stato, delocalizzando la produzione di banconote contraffatte in territorio estero ed utilizzando le medesime strategie operative legate all’occultamento dei macchinari.