Dopo aver restituito con un bonifico i circa 8.500 euro che rappresenterebbero la differenza fra quanto percepito e quanto avrebbe dovuto percepire nell’ultimo anno e mezzo, uno dei quattro accusati di truffa aggravata sta per riscuotere circa 9.300 euro di spettanze arretrate. Nella prossima seduta di Consiglio comunale, infatti, convocata dal sindaco Spagnuolo alle ore 19:00 di martedì 28 aprile, proprio nel giorno dell’udienza davanti al giudice del lavoro sul reintegro di tre dei quattro dipendenti indagati (e contestualmente alla celebrazione della “giornata dell’amianto” organizzata da Libera e Forum dei giovani), il parlamentino municipale sarà chiamato a riconoscere la legittimità del debito nei confronti del dipendente, maturato fuori dal bilancio comunale, ovvero non previsto negli esercizi precedenti.
La vicenda risale ad un anno fa circa, quando il dipendente chiese ed ottenne dal Tribunale di Avellino il riconoscimento di aver svolto per tredici anni mansioni superiori al suo livello retributivo ed il Comune fu condannato al pagamento della differenza fra quanto aveva percepito e quanto avrebbe dovuto percepire. In quella occasione, la giunta comunale decise di non impugnare la sentenza in appello e di procedere con una transazione bonaria. E il dipendente rinunciò ad altri 4.200 euro più interessi riferiti a due annualità non conteggiate e ad impugnare l’addebito delle spese legali per altri 2.500 euro.
Nel frattempo, però, il dipendente in questione è risultato indagato, in concorso con altri tre, per truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta penale partita dalla denuncia del sindaco sulle buste paga gonfiate con falsi rimborsi chilometrici e la restituzione della somma si è bloccata. Fino a quando l’avv. Umberto Ferrajolo non ha avviato la messa in mora sbloccando la procedura per evitare un atto di pignoramento.
Gianluca Roccasecca