Una scheda dati da utilizzare in uno smartphone per la connessione internet, tre antenne per la captazione di un segnale wifi e droga. Questo il materiale sequestrato ieri sera all'interno dell'Istituto di detenzione minorile di Airola finito al centro di una serie di perquisizioni scattate all'alba quando sono entrati in azione gli agenti del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria con il supporto dei colleghi di Napoli, su disposizione della Procura di Benevento che coordina le indagini su una serie di episodi registrati nei mesi scorsi all'interno dell'Istituto di pena minorile sannita. In particolare le indagini erano partite dopo il ritrovamento nell'edificio di alcuni telefoni cellulari utilizzati per postare su alcuni social network foto che, secondo l'accusa, sarebbero servite “a confermare e rafforzare la posizione di baby boss dell'hinterland napoletano”.
A cinque detenuti sono stati notificati avvisi di garanzia per ricettazione - dei telefoni cellulari - in concorso con altre persone ancora da identificare.
Le perquisizioni, che hanno riguardato tutti i detenuti, sono state effettuate da oltre 60 agenti ed hanno riguardato tutti gli ambienti dell'istituto di pena minorile. Al setaccio stanze, dormitori, laboratori, palestra, cortili e aule didattiche. Inoltre gli investigatori hanno anche ascoltato una serie di persone.
Secondo l'accusa, “dai preliminari accertamenti eseguiti dagli informatici del Nic è stato rilevato che le connessioni Wi Fi sono avvenute grazie ad una serie di hot spot gratuiti e privi di password, tra i quali anche il Wi Fi Free in uso nel comune di Airola”.
“Le indagini – conclude il Procuratore capo Aldo Policastro – proseguono a ritmo serrato attraverso una attività investigativa che nei prossimi giorni, a seguito degli elementi raccolti, vedrà ulteriormente impiegato il Nic della polizia penitenziaria e i magistrati della Procura per fare piena luce sul possibile coinvolgimento di altre persone”.