Benevento

I consiglieri comunali del Movimento 5 stelle & Meetup “Grilli Sanniti” con una nota congiunta intervengono dopo il Daspo notificato al consigliere comunale di maggiornaza, Domenico Franzese. I grillini dopo aver ricordato anche la questione dei “valzer” che hanno “caratterizzato Franzese e i suoi compagni d’avventura (Puzio e Angela Russo), sui quali ci auguriamo – come promesso dal Presidente del Consiglio, De Minico – di poter intervenire in Consiglio”, rimanendo sulla vicenda, “riteniamo – scrivono - legittimo da parte del consigliere difendersi in tutte le sedi e cercare di mostrare la propria innocenza.

L’art. 12 dello “Statuto” della città di Benevento recita: «Il Consigliere Comunale [...] è chiamato ad operare con correttezza, disinteresse, lealtà e preparazione». Il comma 2° dell’art. 54 della Costituzione recita: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore [...]».

Farese, Sguera e il Meetup scrivono poi: “nel caso in cui nelle prossime settimane non dovessero emergere novità di rilievo e il Consigliere non riuscisse a dimostrare in maniera inequivocabile la sua estraneità ai fatti, riteniamo, a prescindere dalla normativa (che non prevede incompatibilità fra carica di consigliere e DASPO) che sarebbe doveroso da parte di Franzese rassegnare le proprie dimissioni. Non riteniamo, infatti, moralmente accettabile la permanenza nel massimo consesso cittadino di chi (come recita l’art. 6 della legge 401 del 13 dicembre 1989 – “Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestini e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive”) ha «preso parte attiva ad episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive» o ha «incitato, inneggiato o indotto alla violenza».

Detto questo spiegano ancora -, e passando ad un piano squisitamente politico, appare sempre più in maniera chiara come la maggioranza che regge le sorti della città non sia divenuta classe dirigente. A Mastella la responsabilità di aver tentato la sorte con un’eterogenea sommatoria di storie personali che, ad un anno e mezzo dall’elezione, non sono divenute una “squadra” né, a quanto pare, hanno metabolizzato i doveri connessi alla importante funzione pubblica esercitata. Ci sarà tempo per un bilancio dell’attività dei consiglieri, soprattutto dei Presidenti di Commissione. Poniamo tre domande, però. Aveva senso nominare alla presidenza della Commissione Attività Produttive un consigliere che è un operatore del settore (con il rischio di possibili conflitti di interesse che rendono doverosa una condotta specchiata)? Quanto hanno inciso i “valzer” (Mastella) del consigliere sul buon funzionamento della Commissione? Le recenti esternazioni, come sempre di pancia, del Sindaco sugli eccessi della “movida selvaggia” e i danni alla città e ai residenti non sono un implicito atto di accusa nei confronti di una Commissione e di chi la presiede che avrebbe dovuto farsi carico ben prima, con soluzioni concrete, del problema? È infine doveroso ricordare che Franzese ha sempre vantato la paternità di una delle idee più sbagliate e foriere di danni alla comunità beneventana dell’intera consiliatura: quella della mensa obbligatoria.

Ovviamente – concludono - queste ultime sono valutazioni opinabili. Non è opinabile invece che un consigliere colpito da DASPO mini la credibilità dell’intero Consiglio comunale”.