di Andrea Fantucchio
Torneranno in aula l'8 maggio, padre Stefano Manelli, Fondatore dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata, l’ex economo Padre Bernardino Maria Abate, e padre Pietro Maria Luongo, come rappresentante legale della “Missione dell’Immacolata” di Frigento: una delle associazioni alla quali sono intestate le temporalità dell’Istituto.
Ai tre frati è contestato un falso ideologico: avrebbero favorito un trasferimento di svariati milioni di euro (beni mobili e immobili) a soggetti non legittimati, sottraendoli alla Congregazione. In fase d'indagine, condotta dalla Finanza di Avellino, erano state evidenziate numerose violazioni dello statuto: tre associati non sarebbero stati convocati pur avendone diritto.
Il Tribunale e la Cassazione hanno intanto confermato l'insussistenza del reato di truffa per Manelli. Così come lo scorso anno sono state archiviate le accuse di molestie sessuali e maltrattamenti a carico del frate.
Una vicenda che aveva suscitato molto clamore. L'Istituto francescano di Frigento era diventato, complice l'eco mediatica, un degno contraltare dell'abbazia benedettina de "Il nome della rosa". Fra violenze sessuali, riti di iniziazione col sangue e transazioni nebulose di un fiume di denaro. Ben trenta milioni di euro. Rientravano in questa cifra 59 fabbricati, 17 terreni, 5 impianti fotovoltaici, 102 autovetture, più numerosi conti bancari: patrimonio delle associazioni di laici e religiosi ostili al Commissariamento da parte del Vaticano.
Oggi che le indagini della magistratura hanno fatto il loro corso, molte di quelle accuse sono definitivamente cadute. E' così comprensibile che la difesa (Avvocati Tucci, Antonelli e Tuccillo) degli imputati sia passata al contro-attacco. Negli scorsi mesi sono partite le denunce di calunnia per i detrattori di Manelli, che avrebbero inscenato un complotto per far destituire il frate dal suo ruolo.
Questa mattina, di fronte al giudice di Avellino, Francesca Spella, c'è stata la costituzione delle parti. Nell'udienza di maggio sono attesi i primi testimoni fondamentali per ricostruire ciò che è accaduto nel convento di Frigento all'epoca dei fatti contestati.