Sant'Antonio Abate

«Il Comune di Sant'Antonio Abate è inadempiente sulla “Gori”: c'era l'impegno, da parte del sindaco, di avviare il percorso di pubblicizzazione dell'acqua. Impegno che, in tutta evidenza, è stato disatteso: perché?». A dirlo è l'ex consigliera comunale di Sant'Antonio Abate e leader del gruppo «Oltre», Donatella Donadio.

«Al netto dei disagi continui che l'azienda che gestisce la risorsa idrica nell'Ato sarnese-vesuviano infligge a noi tutti cittadini – continua – c'è anche una questione politico-istituzionale che l'Amministrazione ha sottovalutato e che deve tornare al centro dell'agenda di governo locale: esiste un referendum popolare che va nella direzione della pubblicizzazione dell'acqua, come accaduto in molte realtà da nord a sud, e pure a Napoli; e nel Municipio di Sant'Antonio Abate non possono far finta di nulla».

«Nel nostro Comune, su mia proposta, si tenne addirittura un consiglio comunale monotematico da cui emerse chiara la volontà – prosegue la Donadio – di dire addio alla “Gori”. Che cosa ha fatto l'Amministrazione, nel frattempo, per dare seguito a quel proposito? Nulla, chiaramente. Per quale motivo?».

«Il servizio offerto dalla “Gori” non è all'altezza dei costi che sosteniamo e anche il fenomeno delle “bollette pazze” che, a cadenza periodica, guasta i sonni delle famiglie abatesi – conclude la Donadio – è davvero difficile da sopportare e da giustificare. L'acqua dev'essere pubblica, e l'Amministrazione deve seguire, anche da un punto di vista amministrativo, tutto ciò che riguarda il servizio idrico integrato. Altrimenti significherà che il sindaco Varone tiene in nulla considerazione la volontà popolare, la stessa che lo ha portato a vestire la fascia tricolore».