E' bufera sui social dopo il commento choc su Maria Elena Boschi scritto dal consigliere comunale di maggioranza di Vibonati, Vincenzo Orlando. Ad evidenziarlo il gruppo Voci Libere, su Facebook. Proprio sul noto social, sul profilo pubblico del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Orlando l'ha definita una “bugiardona”, continuando con offese sessiste.

Il post in questione riguardava la risposta della Boschi a Luigi Di Maio, in merito alle vicende di Banca Etruria. Il parlamentare dei 5 Stelle accusava il Governo di aver fatto “un decreto per salvare la banca della Boschi”.

La Boschi di tutta risposta si rivolgeva a Di Maio dicendogli di parlare di «cose che non conosce o che più semplicemente non capisce», e ribadisce che «io non avevo e non ho nessuna banca, mio padre è stato mandato a casa come tutti, noi abbiamo salvato i correntisti».

"Caro consigliere di maggioranza – si legge nel post del gruppo Voci Libere - avrebbe potuto e dovuto mantenere il dibattito su un piano prettamente politico ma capiamo che per chi non ha argomentazioni l'offesa gratuita, ed anche squallida, sia l'unico mezzo per esprimere il proprio disappunto.

La invitiamo a leggere qualche capitolo di storia e ad informarsi sulle tante donne che di certo hanno fatto grande la nostra nazione... la esortiamo a non guardare tante partite di pallone e cartoni animati ma magari anche un TG così si renderebbe conto delle tante e sicuramente troppe donne che ogni giorno vengono offese e umiliate da uomini che non hanno altri mezzi se non la violenza verbale e fisica .Vibonati merita di essere rappresentata meglio di così. Qualcuno spieghi al consigliere il senso di quella panchina rossa posta sotto il nostro Municipio proprio dalla sua di amministrazione! Anni di lotte femministe buttate via in un attimo».

Ma Orlando si è difeso: «Ieri sera durante una festa un’amico, non proprio lucido,  si è impossessato del mio telefono ed ha scritto giudizi sgradevoli nei confronti del sottosegretario. Giudizi dai quali mi dissocio e mi ritengo estraneo. Mi scuso con la Boschi, con i colleghi amministratori e con la cittadinanza tutta se attraverso i social e per strumentalizzazione di qualcuno sono sembrato sessista».

 

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Sara Botte