di Simonetta Ieppariello
Sì alla politica, ma fuori dai ruoli. Detta l'agenda del da farsi il presidente nazionale di Confindustria parlando alla platea dei giovani industriali.
Lo fa dopo i recenti "inviti" puntando a smarcare Confindustria da tutti i partiti. Parla dal palco di Capri ai giovani imprenditori, salutati solo poche ore prima dal leader di Forza Italia, Silvio Berusconi, che aveva lanciato una timida campagna acquisti in platea con un timido "fatevi vivi".
Nel dibattito elettorale e verso un nuovo Governo la posizione di Vincenzo Boccia è quella della concretezza, che motivi proprio la classe politica a fare, invece di promettere.
"Evitiamo di fare politiche che sono belle però poi nessuno ci racconta poi con quali risorse" portarle avanti": è il messaggio alla politica che il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, lancia dal tradizionale convegno di autunno dei giovani imprenditori a Capri. Con il prossimo Governo, avverte, "evitiamo di avere un periodo in cui andiamo a buttare alle ortiche tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi". Ma non solo.
Boccia ha richiamato l'attenzione di tutti i partiti e schieramenti invitando ognuno all'adesione di un patto trasversale, che oltre vane promesse elettorali, si impegni e garantisca la riduzione di debito pubblico e povertà.
Insomma, collaborazione concreta per evitare di sciupare quanto fatto e programmare azioni concrete. Lavorare con la politica, per un vero rilancio del paese.
"Partire dalla competitività delle imprese del Sud" uno degli step da non perdere. E' la questione che Confindustria pone al centro del Paese, perchè "è la grande questione nazionale. Puntando sulla competitività delle imprese - ha osservato - si incrementa l'export del Paese, e quindi gli investimenti e quindi maggiore occupazione e più domanda. E' il circolo virtuoso dell'economia".
Poi il numero uno degli imprenditori italiani detta l'agenda, fissando obiettivi e strategia.Secondo Boccia, oltre all'attivazione
degli investimenti privati, nel sud bisogna puntare su una grande dotazione infrastrutturale, perchè l'Italia non deve essere periferia d'Europa.
"L'idea" degli industriali "è molto chiara - spiega Boccia - è quella di una Italia centrale tra Europa e Mediterraneo, una Italia che non sia periferia d'Europa ma un Italia che coniughi la sua posizione geopolitica in una grande dimensione geoeconomica".