Montesarchio

La pena, quella impossibile da scontare, se la porta dietro da oltre un anno. E nessun regime detentivo avrebbe potuto in ogni caso annullarla. Cancellando quel ricordo drammatico. Era il 10 settembre 2016 quando Luigi Piacquadio, 73 anni, di Montesarchio, segretario comunale in pensione, aveva ucciso, colpendolo all'altezza del cuore con un coltello, il figlio Domenico, 38 anni, disabile, che lui accudiva dalla nascita.

Un gesto terribile, ma lui – ha stabilito una perizia psichiatrica curata dal professore Piero Ricci - era incapace di intendere e di volere al momento del fatto, perchè affetto da un disturbo depressivo sfociato, quel giorno, in un episodio psicotico acuto. Ecco perchè il gup Loredana Camerlengo lo ha assolto, così come chiesto dall'avvocato Claudio Barbato, al termine del rito abbreviato, ordinando la rimissione in libertà dell'imputato – ai domiciliari da febbraio, dopo cinque mesi in carcere -, per il quale il pm Maria Gabriella Di Lauro aveva proposto una condanna a 14 anni.

E' l'epilogo giudiziario di una tragica vicenda familiare che l'allora 72enne aveva ricostruito sia quando era stato arrestato dai carabinieri, sia dinanzi al gip Roberto Melone. Aveva raccontato la sua sofferenza, la sua paura per ciò che sarebbe potuto capitare a Domenico, la persona alla quale aveva dedicato la sua esistenza, una volta rimasto solo. Un timore diventato ancora più forte dopo aver visto in tv un servizio dedicato alla condizione di chi, non essendo autosufficiente, è ricoverato in certe strutture, che gli impediva addirittura di dormire. Una ossessione che lo tormentava, ecco perchè si era convinto – aveva aggiunto -, che la morte del figlio avrebbe risolto ogni preoccupazione. Perchè gli avrebbe risparmiato il rischio di finire nelle mani sbagliate.

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