Lioni

“Foto Garofalo” rappresenta l’unica impresa ultracentenaria irpina registrata nell’albo ufficiale della Regione Campania. Un riconoscimento ufficializzato nella giornata di lunedì con la pubblicazione del Bollettino Ufficiale Regionale, che affida all’impresa di Lioni la bandiera dell’intera provincia.

Soddisfatto ed entusiasta per il riconoscimento, l’attuale titolare dell’attività, Gerardo Garofalo, fotografo da ben tre generazioni, alle prese oggi con un trasloco dell’azienda dall’area commerciale cittadina al Corso Umberto I, dove suo nonno Antonio aveva fondato l’attività a fine 1800. Con il terremoto del 1980, l’attività già ereditata da suo padre crollò, e Gerardo decise di delocalizzare l’attività nell’area deputata al commercio.

Ad accompagnare la ricostruzione del materiale per certificare la continuità storica dell’azienda lionese, il consigliere comunale Andrea Pezzella, che ha collaborato fattivamente alla ricerca della famiglia Garofalo, spulciando sia nei faldoni del Comune di Lioni, che alla Camera di Commercio.

“Mio nonno ha aperto l’attività a Lioni a fine 1800, anche se non sono riuscito a risalire alla data precisa perché si sono perse le tracce. Lo studio resiste da tre generazioni, e da allora tante cose sono cambiate: prima la foto era condizionata dal lampo al magnesio che scoppiava, e dalla luce del sole. Senza sole la riuscita di una foto comportava anche una giornata di lavoro” spiega.

Nel collezionare documenti, Gerardo ha fatto del suo studio fotografico una vetrina su tutto il ‘900, percorrendo la storia e le evoluzioni del settore che hanno fortemente condizionato gli stili di vita e il mercato del lavoro. Quello che prima veniva definito “artigianato” oggi in realtà è una professione, con tutte le diminutio del caso, che ha ridotto ai minimi termini la qualità privilegiando la legge del “basso costo”.

“Conservare l’artigianato significa investire sulla qualità: è come scegliere fra un vestito confezionato a mano e uno di serie prodotto da macchine industriali. La stessa dinamica vale anche per le foto. Io resto convinto che questa è un’arte, ma il mercato parla un’altra lingua e non guarda alla qualità, solo al prezzo”.

Oggi chiunque può definirsi fotografo. “Basta avere le attrezzature giuste e un laboratorio tecnologicamente avanzato, mentre prima bisognava conoscere metodi e tecniche specifiche: è stata svuotata la professionalità del mestiere”.

Dunque Gerardo non consiglierebbe mai ai suoi figli di raccogliere il testimone dell’attività e portare avanti “il mestiere”: “Io ho una figlia laureata in Conservazione dei Beni Culturali, che preme per proseguire l’attività, ma io le consiglierei altro; si ha a che fare con i caimani e la qualità non viene apprezzata. Sono deluso perché ritengo di essere fuori tempo; oggi anche chi ha fatto l’idraulico si improvvisa fotografo” conclude.

Elisa Forte