La presenza dei cinghiali nel territorio della provincia di Benevento ha prodotto in tre anni, tra il 2013 ed il 2015 qualcosa come 292 eventi che hanno comportato danni per le aziende agricole, con una richiesta di indennizzi valutabile dai 350mila ai 400mila euro. Contro questa emergenza non bastano 600 cacciatori, 100 dei quali formati, e i 905 abbattimenti effettuati nel 2016. E considerato che una scrofa di cinghiale dei Carpazi, specie che si è ormai di fatto sostituita al cinghiale italico, ha una capacità riproduttivi da 12 piccoli a parto, in mancanza di un contenimento adeguato della specie il rischio che le aree coinvolte e i danni possano aumentare è più che concreto. E - secondo Confagricoltura - solo un più forte coinvolgimento degli agricoltori nel Piano d'azione regionale per contrastare l'emergenza cinghiali può ricondurre la situazione in equilibrio: trasformando la presenza di questi ungulati in una possibile forma di reddito per l'imprenditore agricolo. A fronte di questo un mercato, l'Italia, che importa 50 milioni di euro di selvaggina dall'estero, mentre si fatica a gestire il selvatico locale. E' tutto quanto emerso questa mattina durante il convegno "Emergenza Cinghiali - Presentazione del Piano d'Azione regionale. Dalla soluzione di un problema un'opportunità per l'agricoltura sannita", organizzato da Confagricoltura Benevento, tenutosi ieri.
Cinghiali: a Benevento danni per 400mila euro in due anni
In 292 casi ci sono stati danni per le aziende agricole
Redazione Ottopagine