“Da anni sostengo, avendo fatto, per quanto mi è stato possibile, anche delle importanti battaglie, che il Sannio, per l’inerzia di personaggi politici gonfi di parole vuote, che hanno egemonizzato, senza meritarlo, il territorio, sta morendo, perché ancora oggi, nel 2017, non abbiamo le strade di collegamento ne altre strutture e infrastrutture minimamente sufficienti”. Così l'avvocato ed ex assessore regionale Vittorio Fucci interviene sullo sviluppo della nostra provincia rallentato anche a causa della mancanza di infrastrutture.
“Qualche giorno fa rilevavo con piacere che il Presidente di Confindustria Sannio, Liverini, rompendo il tabù di una grave acquiescenza, denunciava che la mancanza di strade, strutture ed infrastrutture non può consentire alcun decollo al diseredato, ma glorioso Sannio.
Oggi con grande gioia ma anche con sincera sorpresa, prendo atto, da cattolico, che anche la Chiesa, uscendo dai formalismi di un rituale apparentemente moderato, che non sempre interpretava il senso evangelico del coraggio cristiano, denuncia, attraverso la parola dell’Arcivescovo Accrocca, che: Ma come si può pensare che ci sia sviluppo in assenza di infrastrutture adeguate. Non si può pensare che le imprese possano investire in condizioni di svantaggio o farle loro le infrastrutture che è un compito che spetta alle amministrazioni pubbliche – ha riflettuto Monsignor Accrocca -. Si dovrebbe riflettere sulla circostanza che ancora nel 2017 si parla della necessità di infrastrutture per il Sannio e il Mezzogiorno. Perché non sono state fatte ancora?”.
Primeggia, nelle considerazioni dell’Arcivescovo, un interrogativo tremendo ed atroce: “Perché non sono state fatte ancora?”. Ebbene – spiega Fucci - proprio su questo interrogativo, affidandomi ai social, qualche giorno fa, ho invitato i cittadini sanniti ad una riflessione: individuare gli errori e le gravi inerzie di personaggi politici del passato (alcuni ancora in campo), al fine di non fare il processo a quei personaggi, ma con l’obiettivo di non ripetere gli errori del passato e di non consegnarsi o riconsegnarsi a quei personaggi e alle loro logiche. Sarà necessario liberarsi di quelle logiche per consentire al Sannio di rinascere e di sperare che possa esservi lo sviluppo tanto atteso, specie dai giovani che, per mancanza di lavoro, abbandonano il nostro Sannio, raminghi per il mondo. Ai giovani grido con affetto: scacciate i padroni e siate nemici dei servi, che non hanno nemici ma solo padroni”.