di Simonetta Ieppariello
Il caso è archiviato. L'inchiesta finita su un binario morto. L’indagine per istigazione al suicidio di Tiziana Cantone è finita così, senza colpe e colpevoli: il pubblico ministero Rossana Esposito ha chiesto l’archiviazione del caso. «Non sussistono elementi per l’ipotesi di istigazione al suicidio», scrive il pm.
Ora toccherà al gip del tribunale confermare l’archiviazione. Quella di Tiziana Cantone una ragazza bellissima di Mugnano di Napoli è la storia di una vita distrutta dal web. In dodici mesi sono state sentite in Procura almeno venti persone e analizzati migliaia di post offensivi su piattaforme social, per quel video intimo postato e diventato virale fino a renderle la vita insopportabile. Quanto? Tanto da togliersi la vita.
Lo scorso 13 settembre Tiziana occhi grandi e verdi, una cascata di capelli neri fluenti e un corpo bellissimo si era stretta il foulard intorno al collo, facendo un nodo a un attrezzo da ginnastica; si era lasciata morire così Tiziana: impiccandosi nella tavernetta della sua casa. Tutto era iniziato ad aprile del 2015 quando quei video privati finirono senza il suo consenso su facebook e siti porno. Chi ci fosse dietro a quelle pubblicazioni resta un mistero. Oggi la disperazione di sua madre Maria Teresa Giglio che chiede giustizia per sua figlia. Oggi lei e sua figlia, sono il simbolo della lotta a chi distrugge vite, offende usl web. Il miracolo sarebbe che mai più accada quanto successo a quella ragazza così bella e piena di vita.
Tiziana e la sua immagine finirono nel tritacarne mediatico di un esercito di persone che iniziarono a condividere e commentare, offendendo in troppi casi.Al punto da creare parodie e scenette costruite ad arte nella spirale, nel vortice senza ritorno delle «condivisioni».
Lei si uccise un anno fa. Un anno dopo l'inchiesta si chiude, il fascicolo viene aperto e chiuso contro ignoti.
Domani è l’anniversario della sua morte. Sua madre, Maria Teresa, ha organizzato una messa per pregare per la figlia. La sua unica e adorata figlia morta così tragicamente. Intanto, alla procura di Napoli restano aperte due indagini e a Salerno una terza inchiesta per diffamazione nata da una richiesta dell’avvocato della famiglia, Giuseppe Marazzita, contro un musicista che aveva offeso Tiziana dopo il suicidio.