Atripalda

 

di Andrea Fantucchio 

«Marcellino avrebbe avuto una vita straordinaria. Sarebbe stato un grande avvocato, sempre dalla parte del popolo. Me l'aveva promesso: era figlio mio». Pasquale Cucciniello parla del figlio Marcello morto due anni fa in un incidente in moto in Thailandia. (Clicca sulla foto di copertina e guarda l'intervista video)

Rinato dalle ceneri

Siamo con lui nel parco San Gregorio di Atripalda. Un'area che l'ex amministrazione atripaldese di Paolo Spagnuolo ha destinato proprio alla memoria di Marcello. Qui, appese a un albero, si trovano le ceneri del ventitreenne. Marcello che voleva essere libero anche da morto e, in una previsione che un ragazzo non dovrebbe mai fare, aveva chiesto di essere cremato.

Ci fermiamo con Pasquale di fronte al grande masso sul quale Marcello si sedeva per studiare.

«Me lo hanno raccontato gli spazzini – spiega Pasquale – mio figlio si metteva spesso lì a leggere. Mamma che ragazzo che era: te l'ho detto? Brillante e generoso. Sarebbe stato grande il mio Marcello».

Cogli l'attimo

Pasquale è un treno in corsa. Perché, come dirà ai musicisti che sta contattando per la serata in ricordo di Marcellino, “Nella vita devi prendere a volo ogni momento, se no passa l'angelo e ti ritrovi a non aver fatto tutto quello che volevi”.

Lui, trent'anni da caposquadra dei pompieri, ora sta vivendo una seconda vita dedicata al ricordo di Marcello e alla lotta per tutti quei ragazzi che vanno all'estero senza la giusta preparazione.

"Io so' o' padre"

Ci parla della sua associazione, “Io so' o' padre”: «Ci battiamo per una legge sulla prevenzione per i viaggi nelle mete estere. Vogliamo che siano consegnate alle agenzie di viaggio degli opuscoli con i pericoli da evitare. E vogliamo la promozione del diritto legale di rappresentanza internazionale. Lo Stato non può lavarsi le mani dei figli degli operai e mandare invece gli elicotteri per quelli delle istituzioni».

Pasquale ha dovuto combattere da solo per riportare il corpo del figlio a casa. L'associazione italiana degli avvocati gli ha voltato le spalle. Ha dovuto trovare un legale sul posto, mentre ancora si discuteva su come andare a riprendere la salma del suo “Marcellino”.

Ma non si è arreso. Non l'ha mai fatto.

«Mi sono fatto con queste mani – mi dice mostrandomi le dita callose – ho la terza media, la mia vita è stata la strada. Ho strappato i morti dalle macerie e dai resti del bus precipitato a Monteforte. Con i miei colleghi abbiamo spostato i cadaveri per cercare i vivi. Ma quando è morto mio figlio, ho sentito il mondo disintegrarsi. Mi hanno salvato la mia famiglia, san Gerardo e gli amici di sempre. Su tutti Pellegrino Iandolo con il quale siamo cresciuti e diventati pompieri insieme. Oltre trent'anni fa».

E' solo l'inizio...

L'associazione “Io so' o' padre” sarà stasera a Villa Raiano a San Michele di Serino e domani ad Aiello del Sabato. Dove suonerà il gruppo “Con queste facce qui”, cover band di Ligabue: il cantante preferito da Marcello. Attesa anche la presenza del collega Enzo Costanza, da sempre vicino alla famiglia Cucciniello fin dal compleanno di diciotto anni di Marcello.

«Forse verrà anche il prefetto – spiega Pasquale – vorrei leggesse il messaggio che ci ha inviato l'ambasciata di Bangkok. Un messaggio di vicinanza. Io li ho perdonati. E non ho voluto nemmeno il risarcimento per la morte di mio figlio: come potevo dare un prezzo a Marcello? Chiedo solo a tutti di starmi vicino. E domani vestitevi di bianco: dobbiamo essere candidi, come l'animo di Marcellino».