Benevento

di Pierluigi Melillo

Potrebbe sembrare un assist: “Ma la città di Benevento è da serie A dal punto di vista amministrativo?”, gli chiediamo per chiudere l'intervista andata in onda sul canale 696 nella rubrica “Punto di vista”. La domanda non sorprende Fausto Pepe, l'ingegnere che per dieci anni ha guidato da primo cittadino il governo della città. Non spara a zero contro Mastella, come pure ci si attenderebbe. Ma l'ex sindaco riflette e rispolvera soprattutto la sua passione calcistica per affondare i colpi sulla vicenda stadio. E ricorda: “Quando ho iniziato l'avventura amministrativa in città nel giugno 2006 i fratelli Vigorito avevano appena messo piede in città (GUARDA IL VIDEO).  Mi chiesero una cosa banale: rendere lo stadio non domenicale perché all'epoca l'impianto si apriva e si chiudeva con ordinanza sindacale all'inizio e alla fine di ogni partita. Fu allora che arrivammo alla sottoscrizione di una convenzione, ricordando che negli anni i Vigorito hanno speso tantissimi soldi per quello che oggi è un gioiellino”.

L'ex sindaco spiega poi la decisione di aver intitolato lo stadio al compianto Ciro Vigorito: “Sono orgoglioso anche di quella scelta della mia amministrazione di legare il nome del Benevento alla famiglia Vigorito, perché fare la serie A non è una normalità, guai a pensare che sia un cosa dovuta ma è un fatto eccezionale per Benevento. Dunque, bisogna fare di tutto per preservare una condizione di questo tipo. Facemmo una convenzione partita nel 2007 ed è scaduta quest'anno e che costava 20mila euro all'anno ed ho sentito polemiche anche su questo. Ma noi dobbiamo immaginare che prodotto abbiamo dato in concessione: oggi è facile dire che il Vigorito stadio è un gioiello". Certo anche sotto la mia amministrazione il comune ha investito cercando di tenere il passo dei Vigorito ma oggi il presidente Oreste in un solo mese ha tirato fuori qualcosa come due milioni di euro ed è ovvio dire che oggi lo stadio vale di più. Ma chi l'ha fatto? Resto davvero allibito anche perché l'ipocrisia non mi piace. Oggi – conclude Fausto Pepe – bisogna trovare la via che metta tutti al sicuro gli amministratori, la società e l'intera città per mantenere queste ambizioni e preservare questa società e non discernere sul biglietto omaggio in più o meno oppure andare alla ricerca dei colpevoli di quello accaduto e sul perché abbiamo autorizzato i lavori. Quello che è successo in dieci anni si è verificato ora in un solo mese. La verità, per rispondere alla sua domanda, è che ormai vedo una città che in poco più di un anno ha perso tanta ambizione”.