di Ivan Calabrese
Quella di domenica non sarà una gara come tutte le altre per Pedro Mariani. L'ex capitano giallorosso, molto amato dalla piazza sannita, è cresciuto calcisticamente nel Torino e questo lascia immaginare quanto sarà “combattuto” a partire dal fischio d'inizio: “Non pensavo di poter assistere a una partita simile, per me piena di emozione e significato. Torino e Benevento sono, rispettivamente, la prima e l'ultima squadra della mia carriera. Parliamo di due popoli molto simili che incarnano l'attaccamento e la passione per i colori. Composte, mai fuori le righe. Sono molto attenti anche al contatto umano con il calciatore. Vedere questa gara è qualcosa di pazzesco. Mi sarebbe piaciuto tantissimo farne parte, magari come ho fatto in occasione del mio addio al calcio quando ho giocato un tempo con il Torino e l'altro con il Benevento. Quella scelta aveva un significato ben preciso e oggi tutto questo si avvera”.
Cosa ne pensi del Benevento dopo la chiusura del mercato?
“Gli ultimi acquisti hanno messo a posto la squadra. Siamo tutti grati al gruppo storico che ha compiuto il doppio salto, ma la serie A è molto complicata e rappresenta un grande divario con la serie B. Non acquistare gli ultimi calciatori che sono arrivati sarebbe stato un grosso azzardo e c'era il rischio di ritrovarsi nella situazione del Pescara dello scorso anno. Adesso credo che la rosa sia valida. La squadra è anche più serena perché è consapevole che se la può giocare. Mi è dispiaciuto molto vedere Ceravolo andare via. Un calciatore così doveva starci. Personalmente avrei sacrificato qualche altro perché con la sua prestanza fisica e la voglia che metteva in campo avrebbe dato un grande contribuito. Credo che il Benevento, comunque, sia in grado di poter centrare l'obiettivo della salvezza”.
Che partita sarà quella tra Benevento e Torino?
“Interessante. Il Torino si è rafforzato in tutti i reparti. Cairo è stato criticato per la partenza di Zappacosta, ma credo che quando un presidente riesce a rafforzare ottimamente la squadra e poi a chiudere il mercato con un utile di 30 milioni, possa essere considerato un grande imprenditore. Sarà una partita difficile per entrambe. Il Toro non deve sottovalutare il Vigorito perché è un campo difficile. C'è un netto divario tecnico tra le due squadre, ma il Benevento potrà fare bene aggredendo i granata sin dal primo minuto. Se gli lasci spazi possono far male con una giocata del singolo dato che hanno tantissima qualità”.
Conosci molto bene Baroni. Cosa ne pensi della sua carriera da allenatore?
“Parlano i fatti. Non è mai facile ottenere una promozione con una squadra neopromossa. Obiettivamente sulla carta c'erano avversarie più forti del Benevento ed è riuscito a fare un grande lavoro. Non è un semplice allenatore: nel calcio di oggi devi essere anche uno psicologo per entrare nella testa dei calciatori. Quando c'è stato bisogno ha rivisto i suoi concetti per il bene della squadra. Anche lontano dal Sannio ha lavorato benissimo e credo che sia il tecnico che negli ultimi anni si sia messo più in mostra. Colgo l'occasione per salutarlo e per fargli i complimenti”.
Il tuo cuore sarà diviso a metà. A livello emotivo quale squadra prevarrà?
“Come sapete a Benevento ho vissuto tre anni bellissimi. Con il Torino ci sono cresciuto; sono un ragazzo del vecchio Filadelfia, ho respirato l'aria del Grande Torino e per me sono due squadre che, come ho detto prima, hanno dato tantissimo. Spero in un pareggio e sarei felicissimo se questo punto, alla fine del campionato, possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati da entrambe”.
Sarai presente al Vigorito?
“Ho diversi impegni già programmati prima dei calendari di serie A. Sarò sicuramente in Italia e cercherò in tutti i modi di essere presente in Curva Sud. Se non dovessi farcela, verrò in occasione di Benevento – Juventus con le sciarpe granata e giallorossa. Lì non ci sarà bisogno di chiedere per chi tiferò...”.