Lioni

Il rinnovo del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio dei Servizi Sociali di Lioni è stato rinviato a dopo le elezioni regionali. La scadenza fissata alla giornata di oggi del mandato triennale di Vito Farese, presidente in carica dal 2012, è stata prorogata a giugno, “per motivi strettamente burocratici che non consentirebbero ad oggi di eleggere il nuovo CdA” come ha spiegato lo stesso Farese.

L’assemblea dell’ente di Lioni che è stata convocata la scorsa settimana ha posto due questioni al tavolo dei sindaci-soci: la prima è che sono in vigore ben due statuti che regolamentano la gestione dell’ente; e la seconda è che molti comuni non hanno approvato il secondo statuto (o le modifiche al primo) proposte nel 2012, quando è stata messa in discussione la soggettività giuridica del Consorzio stesso.

Non ha potuto evitare di richiamare l’atto di grande responsabilità politica adottato dai venticinque amministratori del comprensorio il presidente Farese, che aggiunge: “In Alta Irpinia sono tre i comuni al voto, ovvero Castelfranci, Andretta e Calitri, ai quali sarebbe impedito il voto per l’elezione del nuovo consiglio”.

Ma veniamo agli statuti. Il primo in vigore è quello che è stato adottato con la nascita dell’ente, tutt’oggi valido. Il secondo, fa riferimento alla proposta di modifica della soggettività giuridica: le riforme regionali avanzate nel 2012 sulle politiche sociali avevano paventato la necessità che i Piani di Zona per essere riconosciuti come erogatori del servizio “politiche sociali” avrebbe dovuto essere connotato come “consorzio di funzioni e non di servizi”. Il nuovo statuto arriva nei consigli comunali per l’approvazione della trasformazione, ma viene approvato solo da una “parte”, per intenderci quella vicina al CdA, di chiaro orientamento di centro sinistra. Il carteggio giuridico di quei mesi, che ha coinvolto legali e fazioni partitiche, oggi si ritiene superato. Le politiche sociali devono essere gestite dai consorzi di funzioni, e l’ente altirpino si ritiene ampliamente riabilitato.

Molti comuni però, non hanno approvato il nuovo statuto, e dovranno farlo nelle prossime settimane. “Con quale statuto avremmo dovuto eleggere il nuovo CdA? Nel nuovo documento è stato inserito il regolamento che si rinunciava alla quota dei componenti di diritto: il nuovo consiglio sarebbe stato composto soltanto dai membri elettivi” argomenta il presidente.

“Il CdA in carica intanto dovrà studiare una nuova forma di statuto che dovrà poi essere approvato prima dall’assemblea dei sindaci, e poi dovrà essere recepito dai singoli consigli comunali. A questo tavolo ha sempre prevalso una grande sinergia fra tutti i componenti; a dimostrazione che quando le cose vengono fatte con buon senso si ottengono i risultati. Proprio la scadenza elettorale intanto, ha generato una fioritura di progetti che sono stati recentemente approvati dalla Regione Campania” conclude.

 

Elisa Forte