Nessuna traccia del dna di Bruno Humberto Damiani sul luogo dell'omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. E' questa l'indiscrezione che circola negli ambienti investigativi. Il test sul brasiliano, attualmente indagato per omicidio in concorso con altre persone delle quali non è stata resa nota l'identità, è stato effettuato qualche mese fa. In seguito si sono aggiunti gli esami su altri 94 individui.
Se così fosse, dunque, non vi sarebbero prove che incastrano Damiani, in carcere per scontare una pena per una tentata estorsione, e senza indizi non vi sarebbe neppure la possibilità di emettere nei suoi confronti una misura cautelare. Il 35enne potrebbe dunque uscire dal carcere nei prossimi mesi, quando avrà finito di scontare la sua condanna. Intanto i tempi stringono, nel 2018 scade infatti l'ultima proroga concessa per le indagini sull'omicidio, messo a segno il 5 settembre del 2010.
E mentre si cercano elementi per un'ulteriore proroga, per ora Damiani resta indiziato come esecutore materiale del delitto. Sarebbe stato lui ad esplodere contro Vassallo 9 colpi di una pistola, che non è stata mai ritrovata. Ma il brasiliano, sentito l'ultima volta a luglio durante un colloquio secretato, ha continuato a negare ogni coinvolgimento nella vicenda.
Sara Botte